Breaking News

Macchie solari di Armando Crispino

Il termine romantico nel suo significato storico-artistico non ha niente a che vedere con il concetto di uso comune. Una persona romantica è, secondo questo modo di intendere, una persona positiva perché innamorata della vita, una pellicola romantica prevede una storia d'amore a lieto fine dopo un percorso scoppiettante non privo di difficoltà. Non a caso questi film si definiscono commedie romantiche.
Romantiche sono invece quelle correnti artistiche che hanno sfiducia nell'uomo e nella natura in tutte le sue manifestazioni. È una filosofia di vita che ha generato il Barocco, l'espressionismo tedesco e via discorrendo. L'uomo è quanto mai solo, impossibilitato a farsi degli alleati sia umani, anche perché l'individualismo la fa da padrone, sia naturali perché la natura è spesso ostile scatenando contro l'uomo uragani, maremoti, o manifestandosi in tutta la sua grandezza con il risultato di far sentire l'uomo piccolo e insignificante.

Macchie solari è in questo senso un film romantico. Simona (Mimsy Farmer, già protagonista di Quattro mosche di velluto grigio e di Il profumo della signora in nero) è un giovane medico in servizio in un obitorio romano. È estate e fa caldo. All'ospedale arrivano molti morti per suicidio. Simona è stanca, vede i cadaveri prendere vita per copulare tra di loro, segnale questo di una frigidità ribadita poi dal suo rapporto con il ricco spasimante con la passione per la fotografia (Roy Lovelock, Non si deve profanare il sonno dei morti, Il delitto del diavolo). I morti aumentano, tutte persone in qualche modo legate a suo padre Gianni (Massimo Serato), un antiquario dongiovanni. Muore per prima Betty (Gaby Wagner), una ragazza americana, suo fratello Paul (Barry Primus), divenuto prete dopo aver causato alcuni morti in una gara automobilistica, inizia ad ingadare convinto che non si sia suicidata. Ma Betty è solo l'inizio di una scia di sangue. La situazione si fa sempre più assurda. La mente di Simona sembra vacillare senza rendersi conto di trovarsi in realtà al centro di un raggiro, di essere la vittima destinata ad impazzire in quanto elemento scomodo e debole. Inizia a sospettare del padre, del prete che le aveva insinuato l'idea, di tutto e di tutti, sempre più sola, sempre più sull'orlo di una crisi di identità fino a sospettare di se stessa rischiando per questo di impazzire.

Angosciante grazie anche alle musiche di Ennio Morricone, Macchie solari è diretto da Armando Crispino (famoso per L'Etrusco uccide ancora) che scrive insieme al fidato Lucio Battistrada. Come in molti film italiani del periodo il disordine, causato dall'imbroglio, regna sovrano smarrendo noi e la protagonista. Il rischio è, se non si ama questo sottogenere che ha partorito titoli come La corta notte delle bambole di vetro (1971) di Aldo Lado, di annoiarsi mortalmente per l'atmosfera misteriosa ottenuta attraverso il vedo-non vedo, la rarefazione e l'onirismo. Per tutti gli altri il film dovrebbe intrigare.

Nessun commento