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Pee-Wee's big adventure di Tim Burton

Sin dal suo cortometraggio d’esordio, Vincent, Tim Burton si è sempre dimostrato sensibile nei confronti degli outsiders, degli emarginati, essendo lui stesso e per sua stessa ammissione uno di loro. Con Pee-Wee’s big adventure, il suo primo lungometraggio, dà quindi una volta per tutte il via alla sua lunga e personale carrellata di personaggi esclusi perché diversi comprendente la dark Lydia, il supereroe Batman, il freak Edward, il regista Edward D. Wood Jr., fino ad arrivare al recente barbiere Sweeney Todd.
Pee-Wee era un personaggio della TV, in voga negli USA in quegli anni, interpretato da Paul Reubens, un comico che alcuni anni dopo terminò la sua carriera per essersi fatto beccare in un cinema mentre si masturbava. Visto il successo che lo strano personaggio riscuoteva, La Warner Bros decide di realizzarne un lungometraggio a basso costo. Bonnie Lee, una dirigente della casa di produzione amica di Tim Burton, lo propone come regista dopo aver fatto vedere ai suoi colleghi dirigenti e all’attore Reubens i suoi corti. Per la Warner la cosa si può fare: propone la pellicola al ventiseienne regista il quale accetta per la simpatia/empatia che subito sente per il personaggio principale, feeling che si è ribadito anche sul set tra l’attore e il regista. Grazie alla loro intesa si è potuto anche improvvisare qualche scena, come quella con la guida turistica, ma era pur sempre il suo lungometraggio d’esordio e molti erano infatti gli occhi puntati continuamente su di lui. Eppure c’è da dire che per un esordiente Pee Wee’s big adventure non è proprio l’ideale: nella pellicola infatti ci sono effetti speciali e scene con animali non facili da gestire per chiunque figuriamoci per uno al suo primo lavoro. Burton invece zitto zitto completa il film nonostante lo stress dovuto dalle continue pressioni dei dirigenti.
Nel film Pee Wee (un omino vagamente asessuato appassionato di giocattoli e scherzi che ride di continuo ed è sempre vestito di grigio e con un papillon rosso) attraversa gli USA alla ricerca della sua adorata bicicletta rubata fino a che non giunge ad Hollywood dove non solo la ritrova ma viene anche notato da un dirigente che dalla sua storia ne ricava un film alla James Bond.
Molti sono i personaggi che incontra lungo il suo viaggio in autostop: un ladro, il fantasma di una donna camionista morta dieci anni prima, un gruppo di motociclisti, una cameriera desiderosa di cambiare vita, un vecchio vagabondo. Tutti personaggi stereotipati, ma anche outsiders come il protagonista il quale infatti stringe amicizia con loro e li rivede, tutti riuniti, nel finale; personaggi caratteristici di un certo cinema americano che in qualche modo qui vengono riabilitati. Il viaggio ispira anche le due sequenze in stop-motion del film (realizzate da Rick Heindricks con l'aiuto di Stephen Chiodo), quella onirica con il tirannosauro che divora la bicicletta del protagonista, e quella della trasformazione di Large Marge la camionista fantasma.
Nonostante non si possa definire un capolavoro, per via del budget risicato, dell’inesperienza di Burton evidente soprattutto nelle scene d’azione, e di una sceneggiatura (scritta da Phil Hartman, Michael Varhol e da Paul Reubens) che in fin dei conti non fa che incollare gag diverse tra di loro, Pee-Wee’s big adventure (che, tra l’altro, segna l’inizio della collaborazione tra il regista e Danny Elfman) non si può definire un brutto film, eppure la critica dell’epoca, salvo rare eccezioni, fu davvero spietata. Ecco cosa dice Tim Burton in proposito:

Le recensioni furono davvero cattive. Ne ricordo una, non la dimenticherò mai, che diceva «tutto è ottimo, i costumi sono ingegnosi, la fotografia splendida, buona la sceneggiatura, apprezzabili gli attori, l’unica cosa veramente terribile è la regia». Un’altra suonava più o meno così: «Su una scala da uno a dieci Pee-Wee’s Big Adventure si attesta sull’uno sotto zero». Non avevo mai visto valutare un film sotto zero. Finì sulla lista dei dieci peggiori film dell’anno. La cosa curiosa è che quando vedo il film non lo trovo brutto. A me piace. […] Molte delle critiche che ricevetti accusavano il film di essere pura immagine. E io pensavo: Gesù, è un film, non è un programma radiofonico, che cosa c’è che non va? […] Era stato divertente fare Pee-Wee, un’ottima esperienza. Poi, qui arriva il surreale, le critiche erano state pessime e tutta via il film aveva avuto successo. In un certo senso, sarebbe difficile immaginare un’esperienza migliore, più formativa: uscii da quel film con l’idea che l’importante era provarci, sperare per il meglio, mantenere una certa integrità personale e cercare di farsi strada combattivamente *.

* Tratto da Mark Salisbury, Il cinema secondo Tim Burton, Pratiche Editrice.
!!!Extra!!!
Note/curiosità:
-In una scena in cui Pee-Wee è ad Hollywood appare il gruppo glam/rock dei Twisted Sister.

8 commenti

Anonimo ha detto...

Cosa mi hai tirato fuori! Pee-Wee!!!
eh eh eh eh!Inutile dirti che lo adoro. mi manca solo frankenweenie, che ho sul pc ma ancora non l'ho visto. che ne pensi?
Ti abbraccio, da domani sono finalmente in ferie...ti scriverò da casa!

Luciano ha detto...

Questo film di Burton mi manca ed è purtropo una delle tante mie lacune. Spero di poterlo vedere, prima o poi. Una recensione di grande valore. Grazie^^

Roberto Junior Fusco ha detto...

Violavic, ho ritrovato la cassetta per caso (registrata grazie alla solita Rai Tre) e mi sono detto: ma rivediamocelo. Frankenweenie lo abbinarono al cinema a Nightmare before Christmass. Altro maudit che nel post non ho messo. Bestia che altro non sono. Il corto è carinissimo e girato veramente bene.
Luciano, Non so se esiste il DVD, credo di ni, come dicevo sopra l'ho registrato in tv grazie alla solita programmazione notturna di Rai Tre. Te lo consiglio. C'è abbozzato parecchio del miglior Burton di sempre.
Per quanto riguarda il bel libro/intervista Il cinema secondo Tim Burton di Mark Salisbury, sono invece sicuro che è fuori commercio oramai da anni. Peccato perché ne vale la pena. Quello che ho io si ferma ad Ed Wood. Di solito questi libri vengono aggiornati ogni volta che il regista fa un film nuovo, e invece da noi...
Grazie!

Anonimo ha detto...

Il dvd dovrebbe essere uscito da poco se non sbaglio. Certamente uno dei minori di Burton, ma comunque un buon film.

Un saluto

Luciano ha detto...

Eh, sì, la nostra editoria lascia a desiderare.

@Chimy. Grazie per la notizia. Spero di trovarlo in libreria.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Chimy, grazie per la dritta sul DVD. Un Burton minore ma che si formava.
Luciano, non me ne parlare. Anzi no, tanto per dirne un'altra: anche il libro, sempre uscito a suo tempo per la Pratiche Editrice, Il cinema secondo Cronenberg è fuori catalogo da tempo. Però, tra le tante cattive notizie ce n'è anche qualcuna buona: finalmente la Mondadori ha pubblicato Praticamente innocuo, l'ultimo romanzo di Douglas Adams sulle avventure intergallatiche di Ford Prefect e Arthur Dent. L'ho preso con immensa gioia ma ancora non lo leggo. Ultimamente sto in fissa con Dashiell Hammett, dopo aver passato mesi a leggere José Saramago.
Un saluto a tutti!

Anonimo ha detto...

Pee-Wee ha un antenato dimenticato dai più: Forbidden zone...
Con questa pellicola Danny Elfman, ora stimato compositore di Hollywood e marito di Bridget Fonda, getta le basi per la sua futura collaborazione con Tim Burton, che vedendo questo film deciderà di fare il regista, chiamando poi Elfman per le musiche del suo esordio "Pee-Wee's Big Adventure". Il sodalizio tra i due porterà al capolavoro "Nightmare before Christmas", in cui tra l'altro sono evidenti non pochi parallelismi con questo, ingiustamente ignorato, "Forbidden Zone"...ciao zone
http://scaglie.blogspot.com/2008/06/forbidden-zone.html

Roberto Junior Fusco ha detto...

Questo Forbidden zone proprio non lo conoscevo. Grazie per la dritta, cercherò di procurarmelo. Sembra davvero divertente.