Severance: tagli al personale di Christopher Smith
C'è una sensazione di già visto, quasi di saccheggio sfacciato, guardando Severance: tagli al personale di Christopher Smith. I sette protagonisti si trovano coinvolti in una situazione che ha echi in pellicole come Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi, Venerdì 13, La casa, Wrong turn. La classica storia in cui un gruppetto si perde o va in vacanza in un luogo sconosciuto abitato da persone o entità ostili.
In questo caso ci troviamo come nei recenti Hostel nell'Europa dell'est dove i nostri sette si trovano per motivi di lavoro. Situazioni viste e riviste che il film prova a ribaltare un po' come accadeva nella saga Scream di Wes Craven. I protagonisti hanno tutti caratteristiche tipiche del cinema di genere: il debole e insicuro capo Richard (Tim McInnerny), il forte Harris (Toby Stephens), lo sconvoltone Steve (Danny Dyer) a cui nessuno crede quando dice di aver visto qualcuno nel bosco, l'ingenuo un po' impiastro Gordon (Andy Nyman visto anche in Funeral party), il nero Bill (Babou Ceesey), la biondina delicata Maggie (Laura Harris), la liberal-progressista-ecologista Jill (Claudie Blakley). Tutti con un destino già segnato salvo sorprese. La regia e la sceneggiatura scritta da Smith e James Moran provano, non senza una certa ironia british, a dirottare lo spettatore verso previsioni errate grazie a false piste, falsi indizi, truffaldine associazioni di immagine, negazione e ribaltamento di cliché legati al genere. Peccato che questo non avvenga spesso e che tutto sommato si finisce nello stesso modo di tantissimi altri slasher movie.
La pellicola prova anche a dare alla storia significati politici visto che i sette lavorano per una fabbrica di armi. Ma anche qui il già visto la fa da padrone, anche qui niente di nuovo, niente vere sorprese, solo retorica trita a ritrita e situazioni tutto sommato prevedibili. Stesso discorso vale per la sottotraccia sul manicomio. Chi non ha pensato a Session 9 o al meno noto (ma chi lo ha visto non lo dimentica facilmente) Basket Case 2? Peccato perché il film non è girato male e gli attori non sono malvagi.
Severance: tagli al personale è un esercizio di stile, dà l'idea di essere una prova generale di un futuro film più maturo. Speriamo perché le premesse ci sono.
In questo caso ci troviamo come nei recenti Hostel nell'Europa dell'est dove i nostri sette si trovano per motivi di lavoro. Situazioni viste e riviste che il film prova a ribaltare un po' come accadeva nella saga Scream di Wes Craven. I protagonisti hanno tutti caratteristiche tipiche del cinema di genere: il debole e insicuro capo Richard (Tim McInnerny), il forte Harris (Toby Stephens), lo sconvoltone Steve (Danny Dyer) a cui nessuno crede quando dice di aver visto qualcuno nel bosco, l'ingenuo un po' impiastro Gordon (Andy Nyman visto anche in Funeral party), il nero Bill (Babou Ceesey), la biondina delicata Maggie (Laura Harris), la liberal-progressista-ecologista Jill (Claudie Blakley). Tutti con un destino già segnato salvo sorprese. La regia e la sceneggiatura scritta da Smith e James Moran provano, non senza una certa ironia british, a dirottare lo spettatore verso previsioni errate grazie a false piste, falsi indizi, truffaldine associazioni di immagine, negazione e ribaltamento di cliché legati al genere. Peccato che questo non avvenga spesso e che tutto sommato si finisce nello stesso modo di tantissimi altri slasher movie.
La pellicola prova anche a dare alla storia significati politici visto che i sette lavorano per una fabbrica di armi. Ma anche qui il già visto la fa da padrone, anche qui niente di nuovo, niente vere sorprese, solo retorica trita a ritrita e situazioni tutto sommato prevedibili. Stesso discorso vale per la sottotraccia sul manicomio. Chi non ha pensato a Session 9 o al meno noto (ma chi lo ha visto non lo dimentica facilmente) Basket Case 2? Peccato perché il film non è girato male e gli attori non sono malvagi.
Severance: tagli al personale è un esercizio di stile, dà l'idea di essere una prova generale di un futuro film più maturo. Speriamo perché le premesse ci sono.
2 commenti
eppure ho sempre pensato che l'horror risiedesse negli
uffici! ;-)
ps ma quei due UFO sono quelli famosi di Orson Welles? Genny
Negli uffici, nel boschi, da per tutto. Occhio! Alle tue spalle!!
(sono proprio un cretino).
Gli UFI, Lorenzo Ghezzi insegna, sono tratti da La Terra contro i dischi volanti. Film casciarone dove gli americani se la cantano e se la suonano come non mai.
Ciao!
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