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Le ferie di Licu di Vittorio Moroni

Questo film affronta il tema dell’integrazione di culture diverse in un modo che non è scontato. Non si tratta infatti di una storia dove l’immigrato è escluso dalla società razzista, qui il protagonista è integrato, eccome: da poco ha ottenuto il permesso di soggiorno, lavora come magazziniere in un laboratorio tessile la mattina e in un alimentari la sera come cassiere, si sforza di parlare l’Italiano, tifa per la Roma, veste alla moda, ha amici italiani e del Bangladesh, il suo paese d’origine. Eppure quando il richiamo della sua cultura si fa sentire Licu non esita un attimo, fa le valigie, ottiene un mese di ferie (da qui il titolo Le ferie di Licu) e parte per il suo paese per sposarsi con la donna che la sua famiglia ha scelto per lui. Quello che la sua famiglia vuole per lui non è la felicità: è più semplicemente una moglie, una donna che metta al mondo dei figli. La parola felicità non viene mai nominata dai componenti della sua famiglia presi come sono dai problemi che un matrimonio comporta (problemi di denaro, problemi logistici). È la madre di Licu a decidere quale sarà sua moglie semplicemente guardando una sua fotografia. Altri pareri non sono presi in considerazione; se la mamma ha deciso che sarà lei allora sarà lei, fine della storia. Licu tornerà in Italia, a Roma, insieme alla giovanissima Fanci. Il nostro protagonista continuerà a lavorare dalla mattina alla sera, a vestirsi alla moda, a parlare con i clienti, a fare l’integrato, nello stesso tempo impedirà alla moglie di uscire quasi segregandola in casa e costringendola a passare intere giornate da sola davanti alla televisione o alla finestra. Un po’ per gelosia un po’ per tradizione. I due scoprono presto di essere quasi due estranei che fingono di volersi bene e di conoscersi. Eppure Licu sa benissimo le sue colpe e che dovrà accettare il fatto che oramai anche sua moglie è una cittadina italiana, che anche lei si integrerà, che si farà delle amiche con le quali uscirà, che le donne qui in Italia –come gli dice un connazionale- si sentono libere come un bambino quando ti salta addosso. Il segreto per ogni rapporto interpersonale così come per una buona integrazione sta tutto qui: non devi aspettarti da parte degli altri la prima mossa, devi essere tu a farla per primo. Regista di questa pellicola è Vittorio Moroni, già autore di Tu devi essere il lupo.

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