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Funeral party di Frank Oz

Finalmente una commedia con attori in carne ed ossa che diverte con della sana vecchia cattiveria.
L'ultima fatica di Frank Oz, il regista del remake de La piccola bottega degli orrori, si svolge durante il funerale del patriarca di una famiglia inglese apparentemente molto ben messa. A ben guardare invece ci rendiamo conto che i loro componenti hanno vizi e virtù, debolezze e manie, come qualunque altro essere umano. Come ad esempio i figli del defunto Edward, Daniel (Mattew Macfadyen intravisto in Grindhouse; Orgoglio e pregiudizio) e Robert (Rupert Graves. V per vendetta). Il primo, legato sentimentalmente con Jane (Keeley Hawes. The avengers: agenti speciali), vive ancora con i genitori ed ha velleità di romanziere invidiando per questo motivo Robert che è uno scrittore di successo trasferitosi a New York. Come Simon (Alan Tudyk. Dodgeball: palle al balzo; Io robot; Serenity), il fidanzato della nipote del morto Martha (Daisy Donovan. Millions), giovane avvocato rampante terrorizzato solo all'idea di dover incontrare Victor (Peter Egan. The wedding date:l'amore ha il suo prezzo), il padre di lei inflessibile e autoritario. Personaggi che non riescono a farsi ben accettare da chi vorrebbero, prigionieri di situazioni più grandi di loro, in competizione con chi gli sta vicino. Una famiglia che prova almeno in occasione del funerale a ritrovare un po' di serenità e di affiatamento. Ma il peso dell'essere adulti, di avere oramai un ruolo ben definito da mantenere non farà che contribuire ad esacerbare la situazione. La competizione e l'attrito tra i due fratelli si accentuano quando si tratta di decidere chi deve leggere l'elogio funebre, come quando parlano delle spese del funerale da dividere. Oltre a questo altri personaggi esemplari interverranno ad animare ulteriormente la veglia funebre. Troy (Kris Marshall. Love actually), fratello di Martha, studente universitario spacciatore di pasticche di acido che contribuiranno ad animare la giornata. Così come la presenza dei due amici di Daniel, Howard (Andy Nyman. Severance: tagli al personale) e Justin (Ewen Bremner. Naked; Trainspotting; Snatch: lo strappo). Il primo è ipocondriaco e dovrà badare per tutta la durata del film allo zio Alfie (il veterano del cinema Peter Vaughan nel cast anche de Il villaggio dei dannati di Wolf Rilla), un vecchietto scontroso e sboccato costretto su una sedia a rotelle che vive in una casa di riposo, senza l'aiuto del secondo indaffarato a corteggiare Martha suo amore per una notte di tanto tempo fa. Poi c'è Sandra (Jane Asher. Alfie del 1966) la moglie del defunto distrutta dal dolore e Peter (Peter Dinklage. Si gira a Manhatan; Human Nature; Elf; The station agent; Nip/Tuk; Le cronache di Narnia: il principe Caspian) un nano che nessuno conosce o ha mai visto prima che dimostrerà ben presto il suo grado di conoscenza e di intimità con il defunto Edward (Gareth Milne. Attore e stuntman.).

In Funeral party (Death at a funeral) si ride di gusto per tutto il tempo, per tutte le situazioni esilaranti, sporche, nere e spesso paradossali a cui assistiamo. In una situazione del genere è veramente difficile tenere sotto controllo la situazione, riuscire a mantenere la calma, non lasciarsi sopraffare dai ricatti e dalle provocazioni. Quello che ne esce fuori, alla fine, è un'umanità disumana, debole e feroce che ricorre senza problemi alla violenza per rispondere a un ricatto, che non si fa scrupoli ad affidare il parente ingombrante al primo che passa di lì. Ogni personaggio è un archetipo, mostra (bene) e nasconde (malissimo) quello che è nel profondo e contribuisce nel suo piccolo a creare la grossa e simpatica confusione che regna sovrana.
Sin dall'inizio si capisce che il terreno è la commedia nera degli equivoci, dei segreti e dei colpi di scena a raffica: da quando la salma che viene portata in casa dei protagonisti si scopre non essere quella di Edward, quasi un campanello d'allarme.
Dopo molti film negli USA Frank Oz torna nella sua Inghilterra per girare in economia questo film interpretato da attori bravi e non proprio famosi, fatta eccezione per Ewen Bremner l'indimenticabile Spud di Trainspotting. La sceneggiatura di Dean Craig non fa acqua e assicura le risate basandosi sui principi di vecchie commedie come Arsenico e vecchi merletti o La signora omicidi senza tralasciare quel piccolo gioiello moderno che è Quattro matrimoni e un funerale.

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