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Grindhouse: A prova di morte di Quentin Tarantino

Non c'era bisogno di Tarantino per sapere che le donne tra di loro parlano di cazzo, così come gli uomini parlano di fica. Non è mica scandaloso, né era obbligatorio farle parlare esclusivamente con cattiveria, eppure quella volpe di Tarantino l'ha fatto. Dialoghi come sempre ben scritti, realistici, sputati e tutto quanto, l'unico aspetto positivo che salva il suo ultimo film dalla catastrofe totale. Punto di partenza per questo film è l’omaggio a un certo tipo di cinema in voga negli anni '60-'70: i doppi spettacoli. Al prezzo di un biglietto vedevi due film violentissimi, senza trama, solo sangue, azione e donne nude. Partendo da questo presupposto lui, Quentin Tarantino, e il suo amico Robert Rodriguez decidono rendere un tributo a quel tipo di pellicole con in progetto Grindhouse. Tarantino si concentra su una storia che vede come protagonista un serial killer (ex stuntman) misogino che uccide delle malcapitate con la propria truccatissima automobile. Rodriguez sceglie una storia horror di zombi (Planet terror). Gli ingredienti tipici che prima citavamo nel film A prova di morte ci sono tutti: essendo il protagonista maschile uno psicopatico è facile immaginare che ci sarà almeno un po' di violenza, che la trama consista nell’inseguimento lo abbiamo già detto e poi lo sanno tutti, che le malcapitate vittime siano tutte belle fighe, simpatiche ma manipolatrici, lo capirete dopo pochi minuti di film. Quello che nel film è fuori luogo non sono certo i piedi in primo piano o le chiappone di qualche strappona. Quello che nel film stona sono le citazioni. Numerosissime come al solito e spesso fuori luogo. È chiaro un certo omaggio al regista Russ Meyer, in particolare a Faster, pussycat! Kill! kill! (1965), ma non è quello che dà fastidio. La citazione quando è "a tema" non disturba mai, anzi rende il film anche più piacevole soprattutto quando è celata in qualcos'altro, quando cioè non tutti la riescono a recepire. Le citazioni che disturbano sono altre: sono per esempio quelle musicali a due dei maggiori compositori italiani: Ennio Morricone e Franco Micalizzi. Il primo viene citato due volte. Quella che interessa a noi è la scena in cui Stuntman Mike (così si fa chiamere il personaggio interpretato da Kurt Russell) fotografa le sue prossime vittime: la musica che accompagna i vari scatti (in soggettiva) è quella principale del film L'uccello dalle piume di cristallo (1070), il primo film di Dario Argento; il secondo compositore è un tantinello meno famoso del primo eppure è il musicista principale del così detto poliziottesco all’italiana: tutti i film di Umberto Lenzi come Roma a mano armata (1976) avevano le sue musiche.
Il punto che vogliamo raggiungere è: sbagliamo o L’uccello dalle piume di cristallo e i polizieschi di Lenzi hanno una trama articolata spesso cervellotica, caratteristica che non ha niente a che vedere con A prova di morte, con un film cioè dove tutto è basato sulla stessa azione allungata fino all'inverosimile o nel migliore dei casi sui dialoghi al vetriolo? L'unica colpa di Lenzi e Micalizzi è stata di orchestrare delle ottime scene d'azione in automobile, e non è poco visto il tema di A prova di morte. Morricone è stato utilizzato anche con una citazione da Il gatto a nove code, inoltre è presente anche una traccia di Pino Donaggio, compositore di fiducia di Brian De Palma. Recentemente Tarantino ha detto che il cinema italiano di oggi è deprimente se paragonato con quello del passato. E lui l'ha omaggiato, il cinema italiano del passato, con due citazioni a cazzo di cane. Lui che dice di conoscere così bene la storia del cinema dovrebbe forse iniziare un corso per principianti sui contenuti nel cinema. Il cinema che dietro la trama nasconde qualcos'altro dopo Pulp fiction è senza dubbio un argomento che lo fa sbadigliare, anzi che gli procura un forte mal di testa. Quindi è inutile insistere perché lui è Tarantino e io non sono un cazzo. Questo in altre parole significa che il cinema di Tarantino è sempre più povero di contenuti o di interpretazioni. Quindi ogni teoria ad esempio sul motivo che spinge Mike ad uccidere è sbagliata, perché non c’è un motivo alla sua misoginia neanche minimamente accennato. Un cervello pensante fa male alla salute del nostro Quentin. Un altro tipo di citazione che nel film abbonda è quella auto celebrativa. Almeno due i casi. Il primo riguarda addirittura un paradosso. Il cellulare di una delle prime ragazze squilla, la suoneria è la canzone di Kill Bill con il fischio, avete presente no? Attenzione però perché quella musica in Kill Bill era già una citazione a un altro compositore di colonne sonore famosissimo: Bernard Hermann, l’autore di moltissime musiche per Alfred Hitchcock. Quella che adesso per tutti noi è la musica col fischio di Kill Bill in realtà ha una cinquantina d’anni. La seconda autocitazione, lo ammettiamo, è più divertente: lo sceriffo e il figlio vicesceriffo che in Kill Bill (ancora Kill Bill? Perché cita sempre il suo film più recente? Perché i suoi film recenti deludono sempre di più? Non potrebbe fare una cura di fosforo e citare la prossima volta che ne so Le iene che rimane un'ottima pellicola?) descrivevano il massacro ai danni di Uma Thurman e amici, tornano in questo film per descrivere l'ultimo massacro fatto da Stuntman Mike. Il film ripetiamolo ancora una volta ha una trama che si può sintetizzare in poche parole: un maniaco se la spassa uccidendo finché non trova pane per i suoi denti. Tra le sue vittime c'è anche Rosario Dawson vista di recente in Guida per riconoscere i tuoi santi e Clerks II. Le scene d'azione sono ben dirette, anche se si ha l'impressione, sicuramente voluta, che siano state girate in fretta e furia. E non solo le scene d'azione. Questa sensazione riguarda un po' tutto il film. Come se Tarantino l'avesse diretto telefonando dalla sua villa di Hollywood, anzi mandando sul set un sosia. Un altro aspetto del film che non va trascurato è quel titolo di testa che dice "Director of photography: Quentin Tarantino". Non è che lo fa per non sfigurare troppo con l'amico Robert Rodriguez che dei suoi film cura tutto, sceneggiatura, fotografia, montaggio, effetti speciali e colonna sonora? Sinceramente mi fanno ridere quelle recensioni che dicono "Tarantino stupisce ancora", oppure "Tarantino sempre più radicale ed estremo". È facile scrivere che Tarantino è cinema puro o altre cose simili. Tarantino è un bravo regista, ma il suo cinema è vuoto sempre più vuoto, è sempre più un copia e incolla senza criterio. Eppure ogni suo film lancia sempre una moda o un attore/attrice. In questo caso fa debuttare la controfigura di Uma Thurman in Kill Bill, Zoe Bell, nel ruolo di se stessa. Aspettiamo comunque Inglorius Basterds, il suo prossimo lavoro, nella speranza (illusoria temiamo visto che si tratta di una specie di omaggio a Quel maledetto treno blindato, film di avventura e guerra piuttosto scanzonato di Enzo G. Castellari) che la pausa cazzeggio sia finita. E stupiscici!

3 commenti

FiliÞþØ ha detto...

Caspita...sono pienamente d'accordo con quello che scrivi.
Per me uno dei film più sottovalutati dell'anno!

Anonimo ha detto...

Non posso che approvare ciò che hai detto nel post!

Mi stupisce tanto entusiasmo nei confronti di un film vacuo e furbissimo come A PROVA DI MORTE.

Credo che molti degli estimatori abbiano una "memoria cinematografica" molto corta: se solo vedessero tanti bei film del passato, la smetterebbero di idolatrare Tarantino.

Tarantino lo apprezzo, e per me i suoi migliori lavori restano LE IENE e PULP FICTION.

Con KILL BILL già si mette sulla cattiva strada (anche se il VOL.2 è più intelligente del primo capitolo), ma non raggiunge la sfacciata inconsistenza di A PROVA DI MORTE.

Bye!

PS Ti ringrazio per avermi linkato, ora provvedo a linkare te.

:)

Anonimo ha detto...

Quando lo vidi non mi entusiasmò troppo, ma tu sei stato durissimo! A mio parere anche troppo, c'è comunque del buono. Anche per omaggiare gli Z Movies ci vuole del talento e a Tarantino non manca. Comunque, se hai tempo e voglia di dare un'occhiata a quanto scrissi a suo tempo, mi farà piacere leggere le tue impressioni. Postai la recensione il 3 giugno scorso.