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Art school confidential di Terry Zwigoff

Jerome (Max Minghella figlio del regista Anthony), è un adolescente da poco iscritto alla scuola d’arte Strathmore. Il classico tipo che da piccolo veniva pestato dai vari Secco, Spada e Patata di turno e che sin da piccolo ammirava i grandi artisti come Picasso capaci di avere le più belle donne del mondo per il semplice fatto di essere famosi.
Compagni di stanza di Jerome sono Vincent (Ethan Suplee, Randy nella serie tv My name is Earl) uno studente di cinema pieno di entusiasmo di qualche anno più grande che convince il nonno a cacciare dei soldi per il video che sta girando e scrivendo sullo strangolatore che gira nella zona del campus e che ha già ucciso tre persone e Matthew (Nick Swardson) lo studente di moda effeminato senza chiedersi il perché, almeno fino a un certo punto.
Al corso di disegno tenuto dal professore Sandiford (John Malkovich anche produttore della pellicola) fa amicizia con Bardo (Joel Moore) un fannullone che cambia ogni anno i corsi perché nessuno si addice al suo fancazzismo.
Jerome non ha avuto mai un rapporto sessuale con una ragazza, lui vuole di più di una semplice botta e via, e durante il corso disegno dal vero si infatua della modella Audrey (Sophia Myles).
Jerome è innanzitutto un adolescente con i classici problemi e drammi che rincorre il suo sogno di diventare un artista famoso, anzi il più grande artista del 21esimo secolo, costi quel che costi. E l’occasione che il destino gli riserverà non se la lascerà sfuggire, anche se sarà estrema, anche se sarà sconsiderata, anche se per la gloria rinuncerà per sempre a se stesso, diventando un altro. Molti sono in realtà i gesti estremi che Jerome compie, il primo non funziona e passa inosservato per questo motivo ne compie un altro ancora più estremo ma anche questo fallisce, eppure è proprio quando tutto sembra perduto che bisogna tirare fuori le palle e il coraggio, cosa che lui fa dando inizio alla sua migliore performance attoriale/di artista.

Art School Confidential, ultimo lavoro di Terry Zwigoff il regista di Ghost World e Babbo Bastardo, mette nella pentola più cose di quanto ci si aspetterebbe. Verrebbe quasi da dire che più che un film commedia sul classico adolescente in crisi è un ragionamento sull’arte in generale. Su come il talento o c’è o non c’è e, al contrario secondo un altro modo di vedere la cosa, su come il talento non è necessario in quanto basta conoscere solo le persone giuste per diventare famosi, sulle strade che Jerome percorre per diventare un grande artista, una su tutte quella autodistruttiva. Più in generale si parla dunque di processo creativo e di sperimentazioni artistiche.
Jerome comunque c’è da dire che è convinto: lui non vuole fare semplicemente l’artista, vuole diventare invece il più grande artista del 21esimo secolo, non dimentichiamolo.
Molte sono le strade per arrivare a diventare un artista, un artista così come uno (ognuno di loro e di noi) se lo immagina, ma una cosa forse le accomuna tutte perché alla fine esce fuori quasi il sospetto che comunque devi recitare la parte dell’artista che più ti piace o ti si addice. Magari, soprattutto quando il talento non c'è. Da qui le molte sfaccettature dei vari clichè recitativi dall’artista skater, al leccaculo Eno (Jeremy Guskin), dalla ragazza isterica a l’artista che parla entusiasta per ore di uno scarabocchio qualsiasi. Tra tutti spiccano Jimmy (Jim Broadbent visto di recente nei panni dell’ispettore Butterman in Hot Fuzz) un signore ex studente della scuola, artista fallito e ubriacone, arrabbiato con tutti, oscuro e filosofo, inquietante e sinistro per come ogni suo pensiero è estremo, e il gallerista e ristoratore Bob Broadway interpretato dal non accreditato Steve Buscemi già diretto da Terry Zwigoff nel citato Ghost world.
Art School confidential, che in Italia è stato distribuito direttamente in DVD, è anche un quasi thriller per via dello strangolatore che spaventa la città.
Poi c’è la storia d’amore platonica, quindi non corrisposta perché a Jerome spetta il ruolo dello sfigato, per la modella Audrey, che è anche la figlia di un famoso artista della pop art, inesistente, Donald Baumgarten interpretato da Michael Shamus Wiles (in Fight club faceva il barman che rivela ad Edward Norton –Lei è il signor Durden, lei è quello che mi ha fatto questo- mostrando la ferita sulla mano). La ragazza simpatizza per lui fino a quando non esce fuori il talento di Jonah (Matt Keeslar) uno studente che sorprende tutti tranne Jerome, tutti che vedono in lui originalità e contenuti, solo Jerome percepisce in lui qualcosa che non quadra. Solamente Jerome intuisce in lui il dilettantismo, anzi un dilettantismo che non è voluto, ricercato, studiato, ma genuino ed autentico. In altre parole Jerome si rende conto che Jonah non recita la parte del dilettante, Jonah è un dilettante.
È chiaro che tra Jonah e Audrey nasce subito qualcosa di più della semplice simpatia. E qui scatta il dramma: Jerome trovato il suo rivale artistico trova anche il suo rivale d’amore perché c’è sempre la regola che l’artista che piace e che ha successo è quello che cucca ed è quello che può dire quello che gli pare come fa l’ex studente del college che ce l’ha fatta, a differenza di Jimmy, e oggi celebrità Marvin Bushmiller (Adam Scott: The aviator, Quel mostro di suocera, Molto incinta).
Tutto questo e altro ancora procede senza disturbarsi l’un l’altro, anzi sono tutti questi elementi a portare a quel finale che se da un lato è mieloso da un altro è tremendo per come dice l’ultima parola sul mercato dell’arte. Forse il problema del film sta proprio nel finale, se fosse finito quattro cinque minuti prima, in quel vero e proprio pre-finale, forse sarebbe stato meglio. Ottimi e spesso molto divertenti i dialoghi scritti dal fumettista Daniel Clowes i cui lavori erano già stati adattati per lo schermo da lui stesso in Ghost World. Peccato per quel finale.
Musiche del solito, per il regista, David Kitay, mentre Angelica Huston recita la parte dell’insegnante di storia dell’arte.

3 commenti

Deneil ha detto...

la mia follia mi dice cho ho entrambi i fil di questo regista e non ne ho visto neanche uno..perchè?bo!il tempo credo!
Comunque alla fine è da veder?non ho ben capito..ok a parte il finale secondo te merita?ma soprattutto gli altri due, se li hai visti, meritano?
Recensione molto distaccata ma perfetta!

M.S. ha detto...

dunque lo consigli? una sceneggiatura brillante può salvare anche un soggetto poco avvincente.

Roberto Junior Fusco ha detto...

DeneilIl film merita finale a parte. I lavori di Zwigoff all'inizio non mi convincono dopo un po' ci inizio a pensare e ripensare.
Babbo bastardo è il più divertente, anche lì però c'è un finale un po' mieloso.
Mario, il soggetto è avvincente, i personaggi sono intriganti nonostante siano stereotipati.
SCUSATE L'ATTESA MA NON CI SONO STATO ORA PERO' SONO TORNATO