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Le ragioni dell'aragosta di Sabina Guzzanti

Il nuovo film di Sabina Guzzanti è una vera provocazione. Chi si aspetta qualcosa di simile da Viva Zapatero resta deluso perché il suo nuovo lavoro ha poco a che spartire con l'altro. Innanzitutto ci troviamo di fronte a un pretesto, una scusa per parlare di argomenti ancora una volta attuali, noti a tutti noi, universali. Il pretesto è uno spettacolo da organizzare in Sardegna per aiutare i pescatori a ripopolare i loro mari. Così Pierfrancesco Loche, Cinzia Leone, Francesca Reggiani, Antonello Fassari, Stefano Masciarelli più naturalmente Sabina Guzzanti si ritrovano a distanza di molti anni dalla trasmissione che li vedeva insieme, Avanzi (fa parte del cast nel ruolo di se stessa anche la regista del programma Franza Di Rosa), per aiutare la fauna marina sarda. Assenti ingiustificati, che non vengono neanche citati, sono il fratello di Sabina Corrado Guzzanti, la conduttrice Serena Dandini e il gruppo comico dei Broncoviz. Sabina e gli altri non sanno assolutamente nulla del problema dei pescatori e di conseguenza, cosa ancor più grave, non hanno nessuna idea su come improntare lo spettacolo.
Dai tempi di Avanzi, si diceva, è passato parecchio tempo, circa una quindicina di anni, nel frattempo i vari protagonisti hanno continuato le loro vite/carriere in maniera diversa. Cinzia Leone ha avuto un ictus; Antonello Fassari è diventato attore di fiction italiane e non solo (lo ricordiamo anche nel cast di Romanzo Criminale); Pierfrancesco Loche si è ritirato in Sardegna a suonare la batteria; Stefano Masciarelli si è sputtanato a dovere partecipando a Ballando sotto le stelle, una trasmissione di successo della prima rete Rai; Francesca Reggiani non si è capito bene; Sabina Guzzanti lo sappiamo tutti che cosa ha fatto nel frattempo. Il gruppo inizia a visionare le puntate di Avanzi in cerca di ispirazione, si fanno prendere un po' dalla nostalgia per i tempi passati, per quel periodo (tangentopoli) in cui sembrava che tutto potesse ricominciare per il verso giusto: i politici ladri venivano arrestati, processati e condannati, la pacchia per loro sembrava proprio finita. Avanzi in questo periodo di giustizia ed anarchia ha potuto fare dire e pensare quello che gli pareva e piaceva, esprimere al massimo senza paura di censure le proprie opinioni sapendo che nel Paese accadevano cose molto più gravi di un gruppo di attori che diceva in tv quello che pensava della politica italiana. Eppure il gruppo non sembra così affiatato: durante la preparazione dello spettacolo ogni attore ha una crisi, viene preso da titubanze, incertezze, ripensamenti. Antonello Fassari per esempio di Avanzi non ha mai sopportato il fatto di avere sempre a disposizione pochissimo tempo per provare. Questa particolarità la ritrova anche nell'organizzazione di questo spettacolo per le aragoste e la cosa lo manda in bestia. Pierfrancesco Loche che non fa più l'attore ma suona la batteria rifiuta tutte le proposte del gruppo di tornare a recitare, no lui vuole suonare la batteria, non recita più. Cinzia Leone, che ai tempi della trasmissione ancora non era stata colpita dalla malattia, non regge all'idea di dover affrontare un pubblico che la ricorda come adesso non è più. Ognuno ha le sue valide ragioni per non fare questo spettacolo senza capo né coda. Ogni volta che qualcuno ha una crisi qualcun'altro del gruppo gli va incontro in soccorso. Anche Sabina Guzzanti ha la sua crisi pochi minuti prima di andare in scena e sarà Loche a convincerla raccontandogli l'ormai famoso aneddoto del brodo. Come a dire che ognuno di noi ha bisogno degli altri per superare il problema che lo affligge, il suo personale ostacolo. Bisogna farsi forza l'un l'altro per superare le crisi, perché la collettività è importante.
Le ragioni dell'aragosta è un lavoro diverso da Viva Zapatero, sembra voler parlare con un pubblico di spaesati trentenni-quarantenni e chiedergli -Che vogliamo fare?- -Abbiamo ancora il coraggio di metterci in discussione rischiando qualcosa?- -Esiste ancora la volontà per fare e dire quello che ci piace, quello che riteniamo giusto?-
È un film che spiazza lo spettatore distratto ma che lascia molti indizi per far capire in anticipo che si tratta di una provocazione. Un vero e proprio Mockumentary, ben recitato da tutti gli attori compreso Gianni Usai il pescatore (ex operaio della Fiat) che lancia l'allarme aragoste e coinvolge il gruppo, e anche dagli inconsapevoli attori come il politico sardo realmente intervistato sulla fauna marina sarda.
Con Le ragioni dell'aragosta la regista Sabina Guzzanti si conferma una grande artista capace di scuotere le meningi. La commedia, la farsa, lo spettacolo ecologista, il revival nostalgico sono solo un pretesto per parlare di altro, di vita, di noi.

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