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Operazione paura di Mario Bava

Ci sono dei film che ci entrano nella vita perché li vediamo al momento giusto. Magari siamo adolescenti al primo amore che rimangono folgorati da Love story, oppure sciocchi delinquenti in erba che trovano istruttivi film come I guerrieri della notte. Ci sono poi le pellicole che non appartengono ai generi che si rifanno alla realtà, parlo dei film dell'orrore e dei film di fantascienza. Il film dell'orrore si pone come obiettivo di spaventare con storie irrazionali, stuzzicando in noi paure sepolte dalla razionalità del nostro cervello. Sono storie che parlano di mostri creati in laboratorio, che succhiano sangue, che resuscitano, che si manifestano come spiriti. Sono storie che conosciamo tutti. Presto, molto presto, questi cliché stancano sia il pubblico che gli addetti ai lavori e già dagli anni '30 si tenta di ribaltare i ruoli di buono e cattivo, di mostro ed eroe. Lo fa già negli anni '30 Tod Browning a sue spese con il discusso Freaks in cui per la prima volta i mostri non sono i deformi del titolo ma chi li deride, chi non li accetta come esseri umani e invade il loro spazio. Questo discorso, sia chiaro, non vale solo per il genere horror. Tutti i generi cinematografici sentono la necessità di cambiare le regole. Sergio Leone lo ha fatto con il western (per fare un esempio se prima il cattivo era vestito di nero lo ha vestito di bianco) Peter Bogdanovich nel suo film Bersagli mostra un cecchino di buona famiglia che è come dire: occhio al vicino di casa per bene perché potrebbe essere uno psicopatico. Mario Bava inizia come direttore della fotografia in film come I vampiri di Riccardo Freda. Passa alla regia nel 1960 con La maschera del demonio storia di streghe e reincarnazioni con Barbara Steele. Da quell'anno sforna una serie di film che sono entrati nella storia del genere horror come I tre volti della paura. Da grande regista com'era dirige anche gialli come La ragazza che sapeva troppo (1963), Sei donne per l'assassino (1964), storie di fantascienza come Terrore nello spazio del 1965, e polizieschi/gangster movie come il bellissimo Cani arrabbiati del 1974, film quest'ultimo che Quentin Tarantino conosce sicuramente bene. Appartenente al genere horror è Operazione Paura che Bava dirige nel 1966. In questo film ci sono molti cliché: c'è la casa infestata da un fantasma, il solito giovane eroe e la solita fanciulla da salvare. La storia parla di un dottore (Giacomo Rossi-Stuart) che deve eseguire un autopsia su una donna morta in circostanze tragiche. Alloggia in una vecchia casa che la gente del villaggio ritiene infestata da un fantasma. Il fantasma in questione è quello della piccola Melissa Graps (Valerio Valeri) morta anni prima anch'ella in circostanze drammatiche. Il fantasma di Melissa induce chi lo vede a suicidarsi in maniera truculenta. Il dottore è scettico ma farà presto conoscenza con il fantasma della bambina. Salverà dalle sue mire la giovane che l'ha aiutato nell'autopsia (Erika Blanc) e svelerà il mistero su Melissa.

In questo film Mario Bava e Romano Migliorini (sceneggiatore e soggettista di film come Cinque tombe per un medium e Il boia scarlatto entrambi di Massimo Pupillo, La notte dei diavoli di Giorgio Ferroni e Lisa e il diavolo di Mario Bava) abbattono lo schema che vedeva il fantasma sempre "adulto", molto prima delle gemelline di Stephen King e di Stanley Kubrick, molto molto prima del fantasma di Henrietta ne La Casa 3 di Umberto Lenzi. Il fantasma di Melissa è tra i più spaventosi ricordi che ho della mia infanzia. La sua palla che rimbalza per le stanze della vecchia villa è, non solo per me, un giro di boa, un'icona, un momento cruciale nella storia del cinema dell'orrore. La sua mano contro i vetri delle finestre, la sua voce che ride, le sue apparizioni veloci, ci possono ricordare che non serve a niente l'effetto sanguinolento gratuito, che per spaventare basta pochissimo. Basta un suono (efficaci in questo senso anche le musiche di Carlo Rustichelli), un'ombra. Lo sapevano benissimo ancor prima di Bava gli espressionisti tedeschi e poi Val Lewton e compagnia (Il bacio della pantera di Jacques Tourneur valga come esempio) e lo sapeva benissimo Alejandro Amenabar quando girava Tesis e The others. Tanto per concludere sul fantasma di Melissa basti aggiungere che Federico Fellini si è ispirato per il suo fantasma nel episodio che ha diretto in Tre passi nel delirio proprio a quello di Operazione Paura. Altre sequenze di questo film hanno riscritto le regole dell'horror: la scena del dottore che cerca l'uscita tra le porte della casa ma finisce per girare a vuoto fino a rincorrere e acchiappare se stesso. Il film non viene trasmesso da i canali in chiaro ormai da anni. È un vero peccato.

Vedi anche se ti è piaciuto questo film: Il gabinetto del dottor Caligari (1920) di Robert Wiene, Nosferatu (1922) di F.W. Murnau, Il bacio della pantera (1942) di Jaques Tourneur, L'uomo leopardo (1943) di Jaques Tourneur, La casa dei fantasmi (1959) di William Castle, Gli invasati (1963) di Robert Wise, Tesis (1996) di Alejandro Amenabar, The others (2001) di Alejandro Amenabar.

4 commenti

domenico ha detto...

(passo di qui per farti gli auguri per la nuova avventura blogghica!)

chimy ha detto...

Auguri anche da parte mia... modifichiamo il link allora...
Ciao

Luciano ha detto...

Tanti auguri per il tuo nuovo blog.
Allora devo sostiuire il tuo link con questo?

Ciao.

Anonimo ha detto...

Un grandissimo film, come quasi tutti quelli diretti da Mario Bava. Peccato solo non poter dire tale padre, tale figlio (vedasi Lamberto. Anzi no, non vediamolo che è meglio...) :-)