Due mockumentary a confronto: ESP - Fenomeni paranormali e L'ultimo esorcismo
Fare un buon mockumentary probabilmente è una delle cose più difficili di questo mondo. Il pretesto da cui partire (una troupe cialtrona di un programma tv sui fantasmi che passa la notte in un ex ospedale psichiatrico, un prete senza più fede che cura con falsi esorcismi persone fuori di testa) deve essere sviluppato bene altrimenti lo spettatore ride quando non dovrebbe o sbadiglia. ESP - Fenomeni paranormali (Grave encounters) e L'ultimo esorcismo (Cotton era il suo titolo di lavorazione, trasformato poi in The last exorcism) passano entrambi dalla rappresentazione della suggestione, vedi l'ombra fugace nei sotteranei dell'ospedale o le varie preparazioni dell'esorcista Cotton (Patrick Fabien) per ottenere effetti ad'hoc durante i rituali, all'orrore paranormale vero e proprio, cambiano solo due cose: i tempi e il modo. Da una parte i fantasmi, dall'altra una possessione diabolica, su entrambe le parti la non materia che si manifesta con le solite apparizioni, grida e rumori spaventosi, avvenimenti inspiegabili, oggetti che si spostano da soli, oppure con una ragazzina (Ashley Bell), qualcosa di più concreto, materico, reale, posseduta dalla pazzia (prima) e dal demonio (poi). ESP si concentra sull'ospedale, visto che la troupe vi si fa rinchiudere, e sulla sua architettura senza senso, aggiungendosi così a film come Gli invasati, L'orribile segreto del dottor Hichcock, Operazione paura. L'ultimo esorcismo cambia sempre location. Prima vediamo Cotton dare una ricetta ai suoi rincoglioniti fedeli (non so perché ma mi viene in mente una battuta di Nicolas Cage in Arizona Junior a proposito del bimbo che ha appena rapito: -Non capirebbe la differenza tra una bestemmia e un rosario), poi andiamo a casa della ragazzina, la sua camera da letto, fatto lì l'esorcismo placebo (perché Cotton pensa che si tratti di semplice follia) ci si sposta in un hotel, da lì si finisce in ospedale, poi si ritorna nella casa, e via dicendo. L'ultimo esorcismo cerca di creare un'atmosfera spaventosa in maniera graduale, ci fa affezionare al personaggio dell'esorcista con la fede vacillante e solo nel finale fa uscire fuori chiaramente l'aspetto paranormale. ESP invece non perde troppo tempo, va meno sul sottile, subito viene meno il dubbio che la paura sia frutto dell'autosuggestione e una volta che il gruppo televisivo si fa rinchiudere dentro la clinica passa poco tempo prima che inizino a vedersi le prime fluttuazioni, sparizioni, i fantasmi incazzati. Insomma, la differenza tra questi due mockumentary è sostanziale, ed è la prova, probabilmente, che il genere è ancora tutto da definire.
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