Habemus Papam di Nanni Moretti
Quando Josè Saramago pubblicò il suo Vangelo secondo Gesù Cristo fu uno scandalo perché il Gesù lì descritto era molto umano, pure troppo per i gusti della chiesa portoghese. Conseguenze: lo scrittore viene attaccato duramente, scappa dal Portogallo e si ritira nelle Isole Canarie a Lanzarote. Il primo romanzo che scrive nella sua nuova casa è Cecità , una vera e propria risposta a tutte le polemiche che il suo Gesù aveva suscitato.
Moretti probabilmente non pensava al Cristo di Saramago mentre scriveva/girava il suo Habemus Papam, anche perché la scelta finale dei due protagonisti è ben diversa, però entrambi gli autori hanno lo stesso approccio laico su dei temi religiosi fondamentali. E si sà come finisce in questi casi. Non si può scindere l'umano dal divino. La chiesa può parlare di tutto ma nessuno può parlare di lei. Frecciatina polemica (e retoricamente gratuita) a parte, che sia stato questo a suscitare polemiche anche per il film di Moretti? Gli è stato forse rimproverato, cioè, che pensare a un Papà così umano sia quanto meno irrispettoso? Un Papa che sclera, che piange, che scappa, che si caga addosso dalla paura si può rappresentare? Un altro gran rifiuto si può raccontare? Si che si può. Quello che ha dato fastidio nel nostro benpensante Paese è la scena in cui si organizza un torneo di pallavolo tra cardinali aspettando che sua santità si decida.
C'è qualcuno che non ha capito un ciufolo. Nanni Moretti come al solito abbraccia più argomenti di quanti non si direbbe, argomenti che basterebbe guardare il film per scoprirli, ma nel nostro Paese di tuttologi (senza h per forza) è fondamentale non conoscere un argomento per parlarne pubblicamente e avere pure un certo seguito di sostenitori ciechi.
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