Skyline di Colin e Greg Strause
Invasione di quelle incazzate. A Los Angeles (e nel mondo) navicelle di varia forma catturano gli umani con una luce irresistibile, come falene. La ribellione non può fare nulla, la razza umana è spacciata.
Skyline non è di certo un capolavoro ma il suo risultato lo porta a casa. I protagonisti sono imprigionati in un lussuoso palazzo assediato un po' come accadeva ne La notte dei morti viventi solo che i mezzi di comunicazione sono qui interrotti, e a conti fatti non è una gorssa perdita. Quello che tocca sapere è davanti gli occhi di tutti. Gli alieni ci hanno invaso, non serve altro. E allora tanto vale provare a reagire per conto proprio. Ecco allora i tentativi di alcuni privati cittadini e dell'esercito, tutti inutili, buoni solo ad alimentare brevi illusioni. La tecnologia umana rispetto a quella aliena è da età della pietra, la nostra serve più che altro per cazzeggiare, per spiare gli inquilini del palazzo di fronte, l'altra stana l'uomo senza troppi sforzi anche perché le due intelligenze messe a confronto non hanno nulla da spartire: l'uomo, forse perché preso dal panico, pensa scioccamente che per nascondersi dagli alieni sia sufficiente tirare le persiane, come lo struzzo quando mette la testa sotto terra.
Skyline (diretto dai fratelli Colin e Greg Strause) raccontando di un atterraggio alieno per niente pacifico non può che ripescare per situazioni da film del passato come La guerra dei mondi (nel film di Haskin come nel remake di Spielberg i protagonisti a un certo punto si rifugiano in un casolare che viene presto circondato dagli invasori), La Terra contro i dischi volanti, il suo quasi remake Mars Attacks!, Indipendence Day (per le mastodontiche dimensioni della astronavi). Di tutti questi film dai quali attinge Skyline è il più cupo e pessimista. L'atmosfera del party iniziale viene segata subito (accadeva qualcosa di simile anche in Cloverfield) durante la notte dai primi segnali (luminosi) che qualcosa di straordinario sta accadendo, anzi la festa di compleanno con il classico campionario di sciocchezze sembra quasi voler giustificare l'invasione aliena. Non c'è nessun batterio né una causa misteriosa o naturale a salvarci (come l'acqua marina nel film Il giorno dei Trifidi). Gli alieni, che sembrano cyborg, non dimostrano pietà : l'uomo catturato sale verso le astronavi come in una caduta vista all'incontrario che fa tornare alla mente l'11 settembre. È il cervello umano che interessa agli alieni bastardi, il resto viene buttato in un grosso cestino. Cervello che non viene usato come cibo ma come elemento essenziale per la creazione di nuovi esseri alieni.
Contro questa ondata di cattiveria solo il suo opposto, l'amore, sentimento che gli extraterrestri non sembrano conoscere, può forse ribaltare la drammatica situazione. Lo scopriremo solo nel sequel, se mai ci sarà .
2 commenti
a me ha fatto discretamente schifo
sequel? no, grazie :)
Marco, ne ho sentite e lette di tutti i colori su questo film! Mi sa che solo a me non ha fatto schifo...
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