Il piccolo Nicolas e i suoi genitori di Laurent Tirard
Per capire alcune differenze tra il nostro cinema e quello francese basta vedere Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, una gustosa commedia di Laurent Tirard che racconta una storia semplice di formazione senza voler insegnare niente di sconvolgentemente rivelatore se non che, a limite, un imprevisto è sempre pronto a zomparci addosso. Per il resto non ha intenzione di farci una morale. Non ci sono lezioni né tiratine di orecchie.
Nella moderna commedia italiana accade spesso il contrario. La storia deve per forza portare ad un discorso di fondo moralizzante, spesso sfociante nella retorica trita e ritrita più fastidiosa, che ci faccia riflettere sulla nostra posizione sociale, spesso privilegiata e sottovalutata.
Nella commedia francese tutto va avanti secondo un ordine prestabilito, il che rende prevedibili alcune situazioni (come quella della vecchietta che punta il numero giusto alla roulette) ma senza il bisogno di farci il cazziatone ad ogni momento. L'ordine italiano prestabilisce invece, più che le gags, una ramanzina dietro l'altra che si concludono con un megasciampo finale.
Certo, i sottotesti per riflettere ci sono anche ne Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, ma non sono veri sottotesti, sono, molto più semplicemente, i personaggi-macchietta che ruotano attorno a Nicolas (Maxime Godart), dai genitori (Valérie Lemercier e Kad Merad) ai compagni di classe, dalle maestre al bidello. Tutti tagliati per far ridere al posto giusto nel momento giusto, tutti con una caratteristica particolare, magari in una riconosciamo un nostro amico o magari noi stessi.
Il piccolo Nicolas e i suoi genitori (Le petit Nicolas) infine è una commedia commerciale pensata per incassare (in Francia ha sbancato il botteghino) ed essere venduta all'estero. L'equivalente italiano, ludico cazzone e spensierato, sono i vari Vanzina e Parenti. Chi è messo meglio?
3 commenti
Condivido tutto, ma purtroppo il moralismo bacchettone è di tutto il cinema italiano. Un moralismo delle cose minute, che al massimo guarda al vicino di casa, e che non va oltre la finestra . Figuriamoci poi se se si mettono a fare commedie! Rimane sempre l'idea di fondo che lo spettatore sia un cretino in attesa del messianico arrivo del salvatore, che gli riveli tra una tetta e una chiappa di una ragazzotta la verità sulla nostra realtà .
Sono fuori dal giro da tempo e non ho ancora visto il film, ma in effetti il tuo discorso è condivisibile. Il problema che affligge il cinema italiano purtroppo affligge anche la società : una pseudomorale fine a se stessa o meglio finalizzata a disattivare le capacità cognitive delle nostre menti.
Ext-int/1, triste vero?
Luciano, cavolo, ben risentito! In effetti sei sparito dalla circolazione. Quello che vogliono farci è disattivarci, hai detto bene!
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