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Gli invasori spaziali di William Cameron Menzies

David (Jimmy Hunt), il protagonista di questo film, è un ragazzino che una notte viene svegliato da dei lampi misteriosi. È in corso un temporale eppure il giovane si affaccia alla finestra e vede un disco volante scomparire dietro la collina vicino casa sua. Sveglia suo padre George (Leif Erickson) e sua madre Mary (Hillary Brooke) per raccontargli quanto ha appena visto. Il padre gli promette, per tranquillizzarlo, che non appena farà giorno andrà con lui a controllare. Una volta rimesso a letto il piccolo, preoccupato per il suo stato di agitazione, esce di casa e si reca sul luogo in cui il figlio dice di aver visto l'UFO sparire.
Il mattino dopo George, che di mestiere fa l'ingegnere occupato al momento in un esperimento militare top secret, ancora non ritorna a casa. La moglie preoccupata chiama due poliziotti i quali recatosi sul luogo scoprono una sua scarpa. Nel frattempo George torna a casa. Appare subito ombroso, scontroso, irritabile, David nota sulla sua nuca una piccola ferita. Intanto Blaine e Jackson (Charles Cane, Douglas Kennedy), i due poliziotti, cadono in una voragine che si è aperta nel terreno, dopo un po' tornano a casa della famiglia McLean anch'essi con una personalità piatta, distante, che non lascia trapelare emozioni.
Il ragazzino inizia a capire, va dal capo della polizia Barrows (Bert Freed) e scopre che anch'egli è stato contagiato. Viene trattenuto in questura e in attesa dell'arrivo dei genitori parla con una psicologa, la dottoressa Blake (Helena Carter), la quale in buona fede crede al piccolo. I due contatteranno una conoscenza di David, l'astronomo Stuart Kelston (Arthur Franz), il quale grazie alle sue conoscenze contatterà l'esercito americano che riuscirà a venire a capo della situazione.


Con Gli invasori spaziali (Invaders from Mars) per la prima volta gli alieni, che qui sono cattivi, si "travestono" da umani per conquistare la Terra. Meglio, ci troviamo di fronte a uno strano ibrido tra la paura dell'invasione per mezzo di avanzatissime tecnologie e la paura che l'arma usata dagli invasori sia quella del camuffamento, della copia, della sostituzione, dell'annientamento della personalità.
Il nemico qui si nasconde sottoterra, rapisce chi capita, gli impianta un piccolo trasmettitore che lo comanda a distanza e una volta usato lo uccide provocandogli una emorragia cerebrale.
A capo di questa invasione c'è una testa sottovetro e un gruppo di esseri dalle movenze scimmiesche.

Il protagonista che non viene creduto ritornerà anche in altri film. Qui è un bambino ed è proprio questa scelta l'arma vincente del film di William Cameron Menzies, anche perché senza volerlo dà una spiegazione tutto sommato convincente su quello che c'è alla base della psicosi da invasione nascosta, metafora ricordiamolo della guerra fredda: una mentalità infantile che inventa problemi dove non ce ne sono, o che li usa per nascondere quelli reali.
Gli invasori spaziali è il classico film il cui le forze armate sono le uniche in grado di ostacolare il progetto alieno grazie alla collaborazione di normali cittadini ma soprattutto grazie al coraggio e all'intelligenza dei suoi uomini in grado di sparare al momento giusto.

Il quegli anni nascono negli USA le prime riviste di fantascienza. La pellicola soddisfa proprio questo bisogno. Si tratta dunque di una operazione commerciale fine a se stessa che accontenta un mercato sempre più in crescita ma che non affronta coscientemente una analisi sociale sui motivi alla base di tale mania.

A guardarlo oggi molte cose possono risultare risibili, come la lezione che Kelston dà alla dottoressa Jackson, un po' ignorante in materia di astronomia. Eppure il film merita rispetto per molte idee che abbozza e che altre pellicole come il più celebre Il villaggio dei dannati (1960) di Wolf Rilla approfondiranno, come quella dei bambini posseduti dalle forze aliene. Anche la piccola Kathy (Janine Perreau,) cade nella buca e torna cambiata come gli altri.
Nella pellicola, nonostante il budget non elevato, si decide di mostrare con chiarezza gli alieni, cosa che va in controtendenza con i film del periodo che preferivano mostrare gli esseri provenienti dagli altri pianeti il meno possibile, non solo per accrescere la paura lasciando all'immaginazione dello spettatore solo una vaga idea della creatura, ma anche per nascondere la povertà del film.

Curiosità:

Il film (rifatto negli anni '80 da Tobe Hooper) doveva essere girato in 3D ma per un disguido fu girato tradizionalmente. A causa del budget non proprio alto si dovette ricorrere spesso all'ingegno, come nel caso dei bubboni all'interno della caverna aliena realizzati con dei profilattici. Dopo molti ciak sbagliati o insoddisfacenti si dovette eliminare dal cast del film Cricket, il cane di David.

Altre locandine e foto del film cliccando qui.

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