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Assassinio al cimitero etrusco di Sergio Martino

Diciamolo subito e togliamoci il pensiero, Assassinio al cimitero etrusco è uno dei gialli italiani più confusionari, dispersivi, noiosi e involontariamente comici che mi sia capitato di vedere, e dispiace perché dietro la macchina da presa c'è Sergio Martino un regista che con il genere (e sempre con Ernesto Gastaldi alla sceneggiatura) ci aveva regalato lavori decisamente migliori e che qui si firma per la prima e unica volta, credo, Christian Plummer.

Joan (Elvire Audray) è a New York e parla a telefono con suo marito archeologo (John Saxon) in Italia, durante la conversazione lui fa appena in tempo a riferirle di aver fatto una scoperta sensazionale che muore in modo truce. Giunta sul posto accompagnata da un amico (Paolo Malco), Joan si ritroverà invischiata in una complicata vicenda fatta di reincarnazioni, esoterismo e droga, mentre i morti ammazzati, con la stessa modalità del marito, vale a dire con la testa girata di 180°, si susseguono.

Assassinio al cimitero etrusco in parte si riscatta nel finale ma è davvero troppo poco per salvare la pellicola. Oramai il periodo d'oro del genere si andava esaurendo, il ferro si era raffreddato e consapevoli di questo sembra che tutto sia stato fatto controvoglia o che si trovi fuori luogo. Fuori luogo ci sembra innanzitutto l'attrice protagonista Elvire Audray ma non perchè lo richieda il ruolo; svogliate, riciclate (da scarti precedenti?), anzi peggio scopiazzate, sono le musiche del grande Fabio Frizzi. Insomma un film che si può tranquillamente evitare.

Da segnalare la presenza di Claudio Cassinelli, piuttosto ricorrente nei film di Sergio Martino.

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