Breaking News

Corrado Guzzanti torna in tv

«Anche Berlusconi ha capito che non deve avere paura delle parodie. Con la satira non si spostano voti». Corrado Guzzanti torna in tv e parla del rapporto tra comici e politici, che non temono più le imitazioni. E infatti in tv proliferano le parodie di ministri e parlamentari, da Brunetta alla Carfagna, dalla Gelmini a Capezzone. E le polemiche del passato? Guzzanti le smorza: «I comici non devono avere scopi politici, rischiano l' ambiguità». E annuncia il suo ritorno sul piccolo schermo: «Andrò ramingo nei programmi di satira, magari ricominciando con un Giulio Tremonti aggiornato». Quando il gioco si fa duro, i duri della satira amano giocare. Dopo il ritorno di Sabina Guzzanti ad Annozero, anche il fratello Corrado ha deciso di rientrare in video. Sarà un caso? «Mi hanno invitato Fabio Fazio, Serena Dandini e La 7. Andrò ramingo nei programmi di satira, magari ricominciando con un Giulio Tremonti aggiornato: io lo facevo sempre stizzito come una faina, oggi è più calmo». Corrado Guzzanti sta per tornare in tv. E si immerge nel clima della seconda Repubblica berlusconiana. «Forse siamo già nella terza Repubblica. La notizia è che in tv la satira ora è permessa, non più ostacolata. Il motivo? Berlusconi ha stravinto: prima temevano le imitazioni, le parodie del potere, ora il Pdl ha capito che la satira non sposta voti. Anzi, tra i comici di sinistra c' è la tendenza all' auto-aggressione, le cose più feroci sono state fatte sui leader del centrosinistra, da Prodi a Veltroni. Anch' io ho massacrato abbastanza Rutelli». Il feroce imitatore di Bossi, Prodi e Tremonti, crede al ruolo politico della satira? «Io credo sia un danno monumentalizzare la satira. Noi comici in fondo partiamo dall' osservazione della realtà. Ma penso che alla satira faccia male l' attività politica: lo show non dovrebbe avere scopi politici». Ma questo è in contrasto con la passione politica dimostrata, anche in piazza Navona, da sua sorella Sabina. Cosa pensa del suo ritorno nei panni di Berlusconi? «Il pezzo mi è sembrato forte, efficace, divertente. Non era certo un comizio. Ma in piazza è diverso: ci si infila in una logica che è tra lo spettacolo e la manifestazione, l' insulto si amplifica, sui giornali ci vai a finire per la parolaccia. È un gioco delicato. Quello che è capitato a Sabina è successo anche al guastatore Beppe Grillo con il Vaffa Day. Io e Sabina politicamente non siamo molto distanti, ma io dopo aver partecipato ai primi girotondi ho capito che oltre l' happening correvo il rischio dell' ambiguità: tra il linguaggio politico e quello satirico». La satira sembra essere nel Dna della famiglia Guzzanti, come le sembra sua sorella Caterina nell' imitazione della Gelmini? «Caterina che fa la Gelmini mi fa morire dal ridere. Sì, ha trovato la chiave giusta nel rappresentare il ministro che si trasforma in donna calabrese e confessa i suoi pensieri». Ma la Gelmini, da giovedì, sarà imitata anche da Paola Cortellesi nel suo nuovo show Non perdiamoci di vista. Che si fa in questi casi? «È come per le figurine: ce l' ho, ce l' ho, mi manca. Una volta tra gli imitatori c' era la deontologia, se uno faceva un politico non veniva replicato. A me sembra che la Gelmini di Caterina sia abbastanza definitiva: l' ha distrutta. Quando io facevo Veltroni, nessuno lo rifaceva. Solo dopo un po' è arrivato il Veltroni di Crozza, che peraltro ho apprezzato nel suo show: è bravissimo, come Neri Marcorè e tante giovani attrici, penso a Gabriella Germani e Paola Minaccioni». Come ci si prepara alla parodia? Un buon imitatore studia? «Io guardo le registrazioni del personaggio scelto. Prima ancora dei gesti, delle facce, cerco di capire cosa pensa. Lo spulcio, lo mastico, ho un mio rito per impossessarmi del personaggio. E quando ho creato il clone, mi diverto a modellarlo come una mia creatura. In questi giorni mi ha impressionato Gelli che torna in tv, mi sono ricordato di quando ho creato l' imitazione del massone. Potrei riprendere il "cappuccio": a volte si precorrono i tempi. Ma oltre alla tv, devo pensare anche al teatro. In primavera ho un nuovo spettacolo, lo sto scrivendo, ho un titolo provvisorio: "Le radici cristiane dell' azalea"».

Pubblicato da Leandro Palestini su La Repubblica del 4 novembre.

4 commenti

Anonimo ha detto...

Ciao Roberto..ti avevo lasciato un commento ma non lo vedo più. comunque, grande Guzzanti!Mi piace la tua osservazione sui personaggi inventati da lui e le caricature di quelli reali,la condivido pienamente! A presto!

Anonimo ha detto...

UhUh che scema...il post era quello prima...lo so, ma è venerdì sera e sono fusa....mi perdoni?

Roberto Junior Fusco ha detto...

Certo che ti perdono. In effetti due post su Guzzanti nel giro di poco tempo. Neanche ci avevo fatto caso. Mi sa che sto più fuso di te.

Anonimo ha detto...

Finalmente, finalmente, finalmente.
E il prossimo anno anche a teatro!
Bye!