Noi due sconosciuti di Susanne Bier
Un drammone fatto a posta per far piangere ottiene come risultato quello di non far piangere, se gli va bene, o nel peggiore dei casi (ma non è questo il caso, per fortuna) di far ridere. Un film scritto a tavolino, da Allan Loeb, usando i classici stratagemmi drammaturgici per creare emozioni lacrimose, una sceneggiatura ad orologeria, ben scritta e tutto quello che si vuole, ma priva di una vera anima, ci è sembrato. Audrey che vuole sfogarsi con Jerry, Jerry che ha il difficile compito di prendersi cura di lei e dei due figli orfani Harper e Dory. Il vicino di casa gentile che offre a Jerry un lavoro, sapendo del suo passato di tossicomane, senza pregiudizi; la ragazza ex tossicomane che si preoccupa quando Jerry salta un paio di sedute di terapia collettiva. Tutto perfettamente incastrato, eppure, e ci è dispiaciuto averlo constatato, tutto mostruosamente falso, furbetto.
La danese Susanne Bier dopo la buona prova di Dopo il matrimonio (dicono certi altri che lo hanno visto e a questo punto aspettiamo un po’ prima di verificarlo) con Noi due sconosciuti (Things we lost in the fire, oramai sarebbe da istituire un premio sulla traduzione più becera) confeziona un prodotto decisamente deludente nonostante le interpretazioni azzeccate di Halle Berry (sempre più di una bellezza sconvolgente), Benicio Del Toro (sempre più la versione mora di Brad Pitt), John Carroll Lynch e (incredibile ma vero) David Duchovny.
La danese Susanne Bier dopo la buona prova di Dopo il matrimonio (dicono certi altri che lo hanno visto e a questo punto aspettiamo un po’ prima di verificarlo) con Noi due sconosciuti (Things we lost in the fire, oramai sarebbe da istituire un premio sulla traduzione più becera) confeziona un prodotto decisamente deludente nonostante le interpretazioni azzeccate di Halle Berry (sempre più di una bellezza sconvolgente), Benicio Del Toro (sempre più la versione mora di Brad Pitt), John Carroll Lynch e (incredibile ma vero) David Duchovny.
11 commenti
Io non l'ho trovato così disastroso, anzi per certi versi la riflessione sul dolore l'ho trovata alquanto interessante. Però concordo sul voler sottolineare eccessivamente il dolore per la perdita e voler dunque "strappare" la lacrima
Non l'ho visto...la Bier finora è stata immensa specie come sceneggiatura...per me il suo capolavoro è "Non desiderare la donna d'altri"...chiaro che andando ad Hollywood la qualità solitamente cala vertiginosamente...
Questo me lo sono perso. Con il poco tempo che ho, mi sa che per ora non me lo guardo.
Ale55andra, neanche a te ti ha entusiasmato, comunque.
Zonekiller, e già , Hollywood ne fa di danni...
Luciano, sarei curioso di leggere quello che pensi tu, e una visione tutto sommato la merita.
a me è piaciuto, però brava che scrivi poco. è una dote preziosa...
Steutd, mi dispiace contraddirti subito ma non sono una lei sono un lui. Anche perché Roberto è un nome maschile ^_^.
Scherzo lo so che è stato un errore di battitura. Perché è stato un errore di battitura il tuo giusto? (La mia mascolinità ne risentirà per un mese se mi hai preso veramente per una signorina ^_^).
Per quanto riguarda la sintesi, non sempre è così. A seconda del tempo, della voglia, del film, scrivo poco o tanto. Se dai un'occhiata tra i post te ne accorgi.
Un salutissimo!
Poverina, la Bier- Il film non è male, mi è sembrato una buona mediazione stilistica con la sensibilità interiore (certo, un po' tragica e magari detestabile) degli USA.
immaginavo che non ne valesse la pena. eppure la bier ha diretto un gran bel film: "dopo il matrimonio", se non lo hai visto te lo consiglio.
...ossevazione stupida la mia, lo hai visto DOPO IL MATRIMONIO...!!! c'è scritto nella rece..
Non l'ho ancora visto. Lo ha visto la mia ragazza e non me ne ha parlato male.
Lo vedrò a breve.
Gahan, ma sì non è malvagio tutto sommato, solo americano.
Mario, no non l'ho visto Dopo il matrimonio, e come ho scritto nella recensione aspetterò un po' prima di verificare se si tratta davvero di un bel film. (ultimamente il mio modo d'esprimermi fa schifo al cazzo)
Amos, la tua ragazza lo conferma: è un film per un pubblico più femminile.
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