La via lattea di Luis Buñuel
Ci sono pellicole che affrontano tematiche scottanti e che lo fanno in maniera irriverente. Luis Buñuel con La via lattea (1969) affronta un vero e proprio viaggio nell'insensata storia del cristianesimo. Una esplorazione nel fascinoso e assurdo concetto di integralismo. Tutti i film di Buñuel giocano sull'assurdità di certe situazioni, di certe classi sociali, di certe istituzioni, di certe regole. In questo film prende di mira con ferocia e ironia tagliente gli eventi religiosi che due vagabondi (Jean e Pierre) diretti da Parigi a Santiago de Compostela (dove era conservato il corpo dell’apostolo Giacomo) incontrano lungo il loro percorso. Sin dall'inizio i loro incontri assumono un aspetto mistico: appena usciti da Parigi incontrano un signore in mantello nero che parla come Gesù, indovina il loro luogo di destinazione, moltiplica i soldi di Pierre e profetizza loro due figli con una prostituta che chiameranno "Tu non sei il mio popolo" e "Non più misericordia". Da qui incontreranno bambini con le stigmate, preti pazzi scappati dal manicomio, comunità religiose dedite al sesso di gruppo, e poi collegiali che nel saggio di fine anno ripetono i canoni stabiliti dal Concilio di Braga contro Priscilliano ripetendo alla fine di ognuno «Su di lui anatema!», nobili di idee religiose diverse (uno è giansenista l'altro gesuita) che si sfidano a duello; queste scene che avvengono sotto gli occhi dei due protagonisti sono intervallate da altre scene di raccordo con protagonisti Gesù e i suoi apostoli, il marchese de Sade e altre ancora. La via lattea è un film meraviglioso che non si smette mai di ammirare. È spudorato, ma sempre attento a non uscire fuori strada. Tutti i termini religiosi che il film affronta e nomina esistono veramente e sono trattati con assoluta precisione e fedeltà storica. Insomma Buñuel non scopre niente di nuovo dalla sua analisi sul cristianesimo. Sono proprio le sue assurdità che lo colpiscono. Il surrealismo anche in questo caso gli torna utile e ci torna utile. Ogni interpretazione che possiamo dare alle scene del film non è mai sbagliata al cento per cento. Ogni particolare del film ci colpisce e ci stuzzica il cervello. Un esempio per tutti: la gestualità con le mani di tutti i personaggi del film è simile: ce l'hanno i due protagonisti come i personaggi che incontrano così come ce l'ha Gesù nei flash back quando parla alla gente o guarisce i due ciechi. E che ne penserà Dio di tutto questo? Di tutte queste assurdità? Diceva Buñuel nel 1963: «sono profondamente e coscientemente ateo, e non ho nessun tipo di problema religioso. Anzi, attribuirmi una tranquillità spirituale di tipo religioso è innanzitutto non capirmi, e poi offendermi. Non è Dio che mi interessa, ma gli uomini».
8 commenti
allora sei anche tu un blogspot ora??be se questo sarà solo sul cinema ti seguirò con ancora più entusiasmo!provvedo subito a linkarti poi vengo a leggere qualche rece!
Film meraviglioso. Forse uno dei più belli di Bunuel e pensare, come ha detto che "Tutti i termini religiosi che il film affronta e nomina esistono veramente e sono trattati con assoluta precisione e fedeltà storica". Il surrealismo viene usato per "forzare", ma non alterare, le assurdità e le contraddizioni del Cristianesimo e della sua storia, senza (come pensano molti) alcun accanimento ideologico. Ciao.
Ciao Rob! E' vero, Full moon girò diversi "capolavori" in Italia (ricordo Castle Freak, girato in Umbria con un giovanissimo Luca Zingaretti!!!). Bello il nuovo blog, snello e leggibile. Lo aggiungo ai miei blogger simbiotici, ciao!
dove posso trovare il dvd originale?
Clicca sull'icona di DVD.IT che trovi da qualche parte a destra.
Grazie della visita!
non lo vedo disponibile su dvd.it, è introvabile?
Guarda, se non ce l'hanno lì, molto probabilmente non esiste il DVD italiano. Su Emule si trovava un po' di tempo fa la registrazione su Rai Tre. La qualità non è eccellente ma accettabile. Fai tu!
Ciao
Posta un commento