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Society di Brian Yuzna

Un'ora di carezze false e traditrici poi lo schiaffo del delirio. Society, l'opera prima del produttore Brian Yuzna, inizia come una piatta puntata di Beverly Hills o Dawson Creek con i classici collegiali impegnati nelle loro attività e problemi.

Bill ha successo nello sport, con le ragazze, è un possibile futuro rappresentante degli studenti, eppure sente che qualcosa non quadra. La sua famiglia con lui è fredda e distante ma forse le sue sono solo paranoie. Forse sta solo crescendo e la sua è la tipica ribellione adolescenziale. L'amico Blanchard però alimenta i suoi sospetti. Cosa stanno facendo suo padre, sua madre, sua sorella, l'antipatico Ferguson e tutti gli altri membri della bella società di Beverly Hills nella registrazione audio che gli fa ascoltare?

Society ci descrive una società che è padre e padrona. Padrona di tirare su un figlio per poi disconoscerlo, mangiarselo o tutt'al più abbandonarlo. Una società che si plasma come meglio crede, omologandosi, autoriproducendosi selezionando attentamente, moltiplicando il più possibile il suo stampo perfetto un po' come avrebbero voluto i nazisti, autocelebrandosi. Bill è diverso, non veste abitualmente come i già iniziati Ferguson o Martin (suo avversario candidato rappresentante degli studenti) con abiti adulti. Quando lo fa, in occasione del suo secondo discorso come candidato rappresentante, viene deriso da tutti. Non per l'abito ma per il discorso farneticante sulla morte di Martin puntualmente smentito dall'arrivo di quest'ultimo.

Ma questi sono dettagli, sto già iniziando a divagare.

Bill è diverso e sa di non essere paranoico. Society è L'invasione degli ultracorpi degli anni '90. Una lotta quasi del tutto solitaria contro un mostro insospettabile che abbiamo sempre avuto accanto, insospettabile ma fino a un certo punto. Non a caso Bill, dopo essere venuto a capo del raggiro, a un certo punto dice ai membri della society -Alieni schifosi- ma questi gli rispondono -Siamo esseri umani come te-. Comunque sia, Bill deve guardarsi le spalle, imparare che ci sono più nemici che amici, che il potere della society è grande. Può comprare quello che vuole, polizia, personale ospedaliero, perché dalla sua parte ci sono sempre coloro che contano e che muovono i vari meccanismi sociali: i giudici e dottori, gli avvocati e i commercialisti fanno parte della society.

Un'ora di raggiri per farlo impazzire e di indagini per scoprire se i sospetti sono fondati o meno. Bill vuole varcare quella soglia, la società, segreta per lui ma non per tutti gli altri, glie lo nega perché non è degno, perché è un intralcio che ficca il naso dove non dovrebbe. La soglia riuscirà a varcarla e sarà un delirio firmato Screaming Mad George.

Graffiante e pessimista, surreale e persino divertente, Society parla di un'incomprensione. Bill è cresciuto senza un amore genuino da parte dei genitori. Se si preoccupano per lui è solo perché la sua incolumità, il suo corpo, serve al loro scopo segreto. Se gli raccomandano di non bere troppo al party di Ferguson è solo perché la sua morte rovinerebbe il loro piano, la festa che hanno in mente per lui. Non parlano la genitori premurosi, sono mostri e agiscono con l'inganno travestiti da genitori.

La famiglia è la società. Forse anche banalmente il film non fa che ripeterlo. Bill molto presto, gli dicono in molti, darà un grosso contributo alla famiglia, cioè alla società aliena che lo ha allevato per il solo scopo finale di eliminarlo. Ma Bill è pur sempre il nostro eroe e riuscirà a fare ritorno vivo dall'ultima soglia, dall'orgia incestuosa, vischiosa e di pongo. Ma può considerarsi questa una vittoria? Bill uscendo vivo dalla villa dei suoi genitori vince una battaglia e non la guerra, una sola battaglia che non potrà raccontare a nessuno perché tutti lo prenderebbero per matto. Forse potrà ricordarsene solo qualche volta con Milo e Melissa, scampati anche loro alla folle serata, lei poi, cosa da non trascurare affatto, è una membra pentita della society per amore di Bill. Melissa è il personaggio positivo che ci ricorda che dentro al male della società si nasconde il bene. O forse quel racconto potrebbe diventare l'inizio di qualcos'altro. Society potrebbe essere visto in questo senso come la storia di formazione di colui che un giorno ci salverà dal potere che prepotentemente ci ha negato o ci negherà la libertà. Come John Connor o Neo. Per fortuna però questa è solo una divagazione uscita parecchio fuori dalla corsia dello spirito del film. Purtoppo non è così. Bill, Melissa e Milo escono dalla villa e fuggono sulla sua jeep che da un momento all'altro ci aspettiamo esploda o che si sfasci in mille pezzi sabotata. Non accade. Si ritorna invece dentro l'abitazione dove il giudice, come se Ferguson non si trovasse ancora lì rivoltato per metà come un guanto, fissa un appuntamento con un altro membro della società. Nulla è cambiato. La fuga di Bill e amici non preoccupa affatto il potere. Una battaglia persa che non avvertono per niente, forse, scusate se insisto, perché sottovalutata.


3 commenti

Cannibal Kid ha detto...

un beverly hills virato verso il lato oscuro? sembra molto interessante...

Tizyana ha detto...

Non conoscevo questo titolo, molto interessante la tua presentazione. Colgo l'occasione per farti gli auguri di buon 2011!

Christian ha detto...

Ricordo di averlo visto da adolescente (quando era uscito) e che mi aveva particolarmente turbato. All'epoca pensavo che non mi fosse piaciuto, ma è un film che mi è rimasto "dentro" per molto tempo, e dunque oggi lo considero molto significativo. Prima o poi dovrò cercare di rivederlo! ^^