Il cervello dei morti viventi è un titolo che più truffaldino non si può. Nel film, il cui titolo originale è
Nothing but the night, si parla infatti di una serie di omicidi legati ad un orfanotrofio situato su un'isola scozzese. Indagano il colonnello Brigham un poliziotto prossimo alla pensione (
Christopher Lee), una giornalista (
Georgia Brown), un medico giovane (
Keith Barron) e uno anziano (
Peter Cushing). I morti, tutti finanziatori dell'orfanotrofio, aumentano; le indagini si concluderanno con una scoperta ovviamente inaspettata. Dei morti viventi non c'è la minima traccia. Si parla semmai di una scienza innovativa in grado di rendere immortali voluta e finanziata da una elite che non accetta la morte, di bambini usati come cavie per questo scopo, trasformati in killer pur di mantenere nascosto il segreto. A ben pensarci il titolo italiano può anche starci perché in fin dei conti si parla di trapianti di cervelli di persone defunte, resta però cervellotico e depistante, almeno per i miei gusti.
Dirige il promettente Peter Sasdy ,da molti considerato l'erede di Terence Fisher, per la compagnia (dalla vita cortissima: credo che questa sia la sua sola produzione) di Christopher Lee Charlemagne, così chiamata in omaggio all'imperatore di cui l'attore dice da sempre di essere un discendente.
Nothing but the night è un thriller con qualche venatura fantascientifica (scritto da Brian Hayles partendo da un romanzo di John Blackburn) che si lascia vedere anche se non si può dire che sia entusiasmante. Diciamo che il finale piuttosto sconvolgente ne risolleva in parte le sorti, ma ciò non basta.
Note:
-In Spagna è stato vietato ai minori di 18 anni
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