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Rats: notte di terrore di Bruno Mattei

Ai protagonisti degli horror di Bruno Mattei (che si firma anche qui come d'abitudine Vincent Dawn) piovono sempre addosso, improvvisi, disastri potenti al punto giusto da decimarli e spolparli fino all'osso. Rats: notte di terrore, titolo dimenticato (anzi mai cagato) del genere postapocalittico italiano, racconta di un gruppo che, in una Terra oramai senza più abitanti, trova rifugio in una abitazione. La casa, come è facile immaginare, è abbandonata, fatiscente, piena di ragnatele e via dicendo, per fortuna loro nasconde anche qualche piacevole sorpresa: magazzini pieni di cibo, una serra dove sono conservate piante che si credevano estinte e un depuratore per l'acqua. Il pericolo, l'imprevisto che interrompe la festa per le gradite scoperte, è rappresentato da un orda di topi numerosa e inferocita che attacca il gruppo come a voler difendere un territorio che gli appartiene da tanto tempo.

È il canovaccio vecchio quanto il mondo dei ruoli e dei luoghi che si ribaltano. Adesso i topi vivono in superfice costringendo l'uomo a trovare riparo nelle fogne, nel sottosuolo.

Rats: notte di terrore è uno di quei titoli pessimisti nell'intento ma anche, purtroppo, involontariamente comico nei risultati, vuoi per la sceneggiatura, vuoi per gli attori o per il budget. Peccato perché l'idea non è per niente male, una delle più originali capitate tra le mani di Mattei, un autore più che altro di film lampo girati sull'onda di successi nazionali e non. Tanti i difetti che saltano agli occhi e che rendono difficile l'individuazione degli spunti interessanti presenti soprattutto nelle dinamiche interne del gruppo. Kurt (Ottaviano Dell'Acqua), il leader del gruppo, vede minacciata la sua posizione da Duke (Henry Luciani) che lo contesta su ogni decisione da lui presa, prova ad arruffianarsi gli altri ma non ottiene grossi risultati. Gli contesta di sprecare i proiettili per uccidere i topi e due secondi dopo perse le staffe fa esattamente la stessa cosa. I due arrivano spesso alle mani, a sfidarsi come in un western con tutti quanti che indietreggiano per lasciare libera la strada. Il gruppo protagonista è destinato dalla sua stupidità allo sfoltimento. Trovano i preziosissimi farina e zucchero e per festeggiare se li tirano addosso come se non conoscessero il concetto di risparmio ma solo quello di spreco.

Mattei, aiutato da Claudio Fragasso, a differenza dei protagonisti non sprecava niente. Qui reimpiega parte delle scenografie di C'era una volta in America girato quell'anno da Sergio Leone.

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