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Tentacoli di Ovidio G. Assonitis

Ovidio G. Assonitis aspettava sempre come un predatore.

Nel 1973 esce L'esorcista, l'anno dopo scrive, dirige e produce il suo capolavoro Chi sei? Nel 1975 esce Lo squalo, due anni dopo (firmandosi Oliver Hellman) ecco pronto il suo Tentacoli, film (filmetto o filmaccio a voi la scelta) che vanta un cast di attori di tutto rispetto. Protagonista è, insieme alla piovra gigante che il titolo suggerisce, Ned Turner un anziano giornalista impersonato dal grande regista John Huston (quello, per intenderci, di La bibbia e Fuga per la vittoria), sua sorella Tillie è interpretata da Shelley Winters (La morte corre sul fiume, Lolita). Responsabile dell'avvento del mostro marino è un industriale senza scrupoli che ha le fattezze di Henry Fonda (Il ladro, C'era una volta il west). Con un cast così ogni sforzo è ridotto al minimo ed è già un miracolo (penseranno i sostenitori della fazione filmaccio) se il pescecane è stato cambiato con qualcosa d'altro. Eppure, almeno per chi vi scrive, il film non è da buttare. Certo, la retorica platonica in casi come questo gioca un ruolo fondamentale rendendo poco importanti se non inesistenti i difetti, eppure affetti (ed effetti) nostagici a parte, la scena iniziale della scomparsa del passeggino con il tema musicale di Stelvio Cipriani non è male per davvero, peccato che il resto somigli troppo sfacciatamente a una brutta copia senza idee del capolavoro di Spielberg. Consci del furto sfacciato, i quattro sceneggiatori Steven Carabatsos, Jerome Max, Tito Capri e Sonia Molteni (il film è una coproduzione italiana Enzo Doria-Assonitis) tentano di rimediare nel finale facendo risolvere la questione a due orche addestrate da un giovane al quale la piovra ha ucciso la ragazza. Ecco, rispetto al film di Steven Spielberg, incentrato "semplicemente" su una natura sconosciuta e ostile e sulle tre diverse figure che la fronteggiano, in Tentacoli è presente in maniera più forte anche il tema del lutto.

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