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Motel Woodstock di Ang Lee

Elliot (Demetri Martin), il più giovane presidente della Confcommercio che Bethel abbia mai avuto, probabilmente il più giovane di tutti gli States, coglie al volo un'occasione in grado, forse, di risollevare le sorti dello sfigato albergo di sua proprietà e organizza nel suo paese un mega concerto rock. Tutti gli vanno contro: i genitori di origini russo-ebraiche, i concittadini per niente felici all'idea di un'invasione hippie e quelli che cercano di spillare denaro ai ricchi musicisti giunti in elicottero. Elliot tenacemente non si demoralizza e i suoi sforzi saranno ricompensati: il concerto si farà (anche se nel film si vede pochissimo), i soldi che guadagna permettono l'estinzione di un sostanzioso debito, e in più prende coscienza che White Lake non fa per lui, pur avendo lì le sue radici. Stacca il suo cordone ombelicare da una madre arrogante (più per lui che per noi che spesso ridiamo) e taccagna (Imelda Staunton), da un padre (Henry Goodman) pieno di acciacchi dovuti all'età che grazie agli hippie ritrova una specie di seconda giovinezza, si separa dall'amico (Emile Hirsch) allucinato reduce del Vietnam. Diverso tra i diversi, lontano dallo stile di vita dei suoi coetanei, fuori dal tempo in cui vive, capace di lottare o di adattarsi ma non avendone più la volontà, lascia un Paese da risanare, ripulire, in mano a chi in realtà quel Mondo lo ha appena lasciato più sporco di prima.
Ang Lee, a suo agio con qualsiasi genere gli si presenti sotto mano, confeziona con Motel Woodstock (Taking Woodstock) un più che dignitoso prodotto oscillante tra la commedia, e la riflessione sullo scontro generazionale nella famiglia e quindi nella società in un determinato periodo storico. Il fallimento del '68, e quindi della società, è evidente, non ci sono nuovi vincitori che non si erano mai visti prima sul podio, tutto è rimasto esattamente com'era prima, la torta viene divisa sempre tra gli stessi pochi che lasciano fuori dai giochi la maggioranza a cui lasciano poi un pugno di mosche, gli avanzi e gli scarti.
Anche per questo, gridare al gioiello mi sembra forse un poco esagerato, visti qualche caduta retorica e banale in cui il film ogni tanto cade, ma poco ci manca.


Sceneggiatura - James Schamus
Fotografia - Eric Gautier
Scenografie - David Gropman, Peter Rogness
Costumi - Joseph Aulisi
Visual Effects - Composizione digitale: Mathieu Archambault, Barb Benoit, Zac Campbell, Richard Chiu, Thai Son Doan, Amélie Dubois. Per la Mr. X Inc: Sarah Barber, Mike Borrett, Mike Duffy, David Fix, Jason Gougeon, Mike Kwan, Isabelle Langlois, Claire McLachlan. Per la Tantrum Visual Effects and Design: Cheyenne Bloomfield, Dominik Bochenski, James Cooper, Nick Fairhead, Matt Greenwood, Anna Joukova, Kyle Sim, James Takashi Higuchi
Musiche - Danny Elfman
Montaggio - Tim Squyres

3 commenti

Christian ha detto...

Film gradevole, ma in effetti lascia un po' il tempo che trova. Da grande fan di Ang Lee, lo metterei nella parte bassa di un'eventuale classifica delle sue pellicole...

Roberto Junior Fusco ha detto...

Tempesta di ghiaccio è un gran film.

Christian ha detto...

"Tempesta di ghiaccio" è uno dei suoi film migliori, forse il migliore insieme a "Ragione e sentimento". Ma non dimentichiamo "Il banchetto di nozze" e "Mangiare bere uomo donna". Il tutto senza nemmeno dover scomodare le pellicole più celebri (che testimoniano della sua incredibile versatilità!) come "La tigre e il dragone", "Brokeback Mountain", "Lussuria" e "Hulk". Finora, l'unico suo film che proprio non mi è piaciuto è stato il western "Cavalcando col diavolo"...