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Le avventure del Barone di Munchausen di Terry Gilliam

Ne Le avventure del barone di Munchausen realtà e fantasia si superano di continuo generando una continua meraviglia per gli occhi e per la mente. Terry Gilliam con la sua visionarietà e il suo senso dell'umorismo era la persona più adatta della sua generazione per raccontare questo personaggio e le sue straordinarie avventure nate nel romanzo di Rudolph Erich Raspe (1785). Come nel libro, è il barone stesso - egocentrico quanto basta - a raccontare.

Il barone di Munchausen (John Neville) è l'unico nella sua epoca (l'Età della ragione illuminista) a credere ancora nell'imponderabile, nella fantasia. Un personaggio fuori luogo, destinato ad avere pochi amici (Gustavus capace di soffiare fortissimo e dall'udito finissimo, Berthold l'uomo dalle gambe più veloci del mondo, Albrecht l'uomo più forte del mondo, Adolphus dalla vista potentissima) e molti nemici. Nulla gli è impossibile perché sconfinata è la sua volontà di superare certe barriere. La sua condotta di vita, le sue ferme convinzioni, non erano ben viste perché impensabili. Era troppo avanti rispetto al suo tempo. Grazie alle sue conoscenze e alla sua tenacia raggiunge la Luna prima che il soci del Gun Club, protagonisti di Dalla Terra alla Luna di Jules Verne (1865), tentino un'impresa simile, molto prima dell'americano Neil Armstrong (1969). Egli, che tutti o quasi reputano un bugiardo, dice di dire sempre la verità e i fatti gli danno ragione. Il Re della Luna, o Ray D. Tutto che dir si voglia, fa realmente il solletico ai piedi della moglie, non lo dice per non turbare i bambini, lui è il vero responsabile della guerra che si combatte contro i turchi: la scenografia teatrale che, all'inizio del suo racconto, si trasforma nella vera residenza del Sultano sembrerebbe dimostrarlo.
Il barone coraggiosamente va contro il potere, contro chi dice il falso sulle sue gesta, contro l'epoca in cui vive che lo reputa un cantastorie ciarlatano. Sfida il sultano (Peter Jeffrey), sadico appassionato di torture e pena di morte, con una scommessa; per questo motivo sbugiarda il Pubblico Ufficiale Grande Ordinario Horatio Jackson (Jonathan Pryce) sulle cause della guerra (-La vostra realtà, signore, è fatta di menzogne e di ciancie e sono felice di dirvi che sono io che vi trovo ristretto i comprendonio-) e il capo della compagnia di attori Henry Salt (Bill Paterson) che allestisce uno spettacolo su di lui. Donnaiolo incallito manda su tutte le furie il Dio Vulcano (Oliver Reed) baciando sua moglie la Dea Venere (Uma Thurman) e provoca il Re della Luna (Robin Williams) più o meno per lo stesso motivo (Valentina Cortese). Ecco spiegato perché spesso sia nei guai, nella pancia di mostri marini, sostenuto dai suoi fedeli servitori e dalla giovane figlia di Henry Salt, Sally (Sarah Polley).

Munchausen è tagliato fuori dall'epoca in cui vive anche perché anziano. Ma un personaggio come lui, destinato con la sua vita alla leggenda, all'eternità, può farsi beffa anche della morte.

Disastroso dal punto di vista degli incassi, Le avventure del barone di Munchausen (The Adventures of Baron Munchausen) conclude la trilogia di Terry Gilliam sulle tre fasi della vita iniziata con I banditi del tempo (giovinezza) e proseguita con Brazil (età matura).
!!!EXTRA!!!
Curiosità:
!!!
- Christopher Lambert girò delle scene per il film tagliate poi nel montaggio finale.
- Il cavallo di Munchausen si chiama Bucefalo come quello di Alessandro Magno.
- Regista della seconda unità del film è Michele Soavi. Dirà Gilliam che il film si deve a lui al 20%.
- Jon Pertwee (La casa che grondava sangue, ma soprattuttoil telefilm Doctor Who) è stato a lungo nella lista degli attori pensati per il ruolo del barone.
- Famoso il cameo di Sting nel ruolo del soldato coraggioso e per questo giustiziato da Horatio Jackson.
-Sarah Polley, all'inizio del film, corregge la parola figlio in figlia dal manifesto dello spettacolo utilizzando un pennarello che all'epoca non poteva esistere. Un errore palesemente voluto a mio avviso.

I fedelissimi di Munchausen:

Berthold - Eric Idle
Gustavus - Jack Purvis
Albrecht - Winston Dennis
Adolphus - Charles McKeown

Fotografia - Giuseppe Rotunno
Scenografie - Dante Ferretti
Arredamento - Francesca Lo Schiavo
Costumi - Gabriella Pescucci
Musiche - Michael Kamen, Eric Idle
Montaggio - Peter Hollywood

1 commento

Christian ha detto...

Un film forse non del tutto riuscito, ma comunque interessante e da vedere come ogni opera di Gilliam.