Il mistero delle cinque dita (The beast with five fingers) di Robert Florey
In una piccola città ligure, Santo Stefano, vive il celebre pianista Ingram (Victor Francen) oramai vecchio e con la mano sinistra paralizzata. Nella villa insieme a lui ci sono sempre Hilary Cummins (Peter Lorre) il suo sinistro segretario appassionato di libri e di occultismo, e Julie (Andrea King), la nuova giovane infermiera di cui si innamora. Di casa è anche Bruce (Robert Alda) il ragazzo che ama contraccambiato Giulia e che ha adattato per il pianista alcune musiche di Bach. L’anziano Ingram non fa in tempo a scrivere il testamento che muore. Poco dopo, una volta saputo che Giulia è l’unica erede, il notaio viene trovato morto ammazzato. Gli indizi che un ispettore di polizia (J. Carroll Naish) raccoglie portano alla conclusione che la mano che ha ucciso l’uomo è quella di Ingram.
Prima di William Castle, Robert Florey con Il mistero delle cinque dita (The beast with five fingers) ci racconta con ironia una storia (sceneggiata da Curt Siodmak) dove la suggestione svolge un ruolo principale. Cummins è il folle personaggio che suggestionandosi ci suggestiona, che vede mani dove non ci sono, ascolta musica che gli altri non sentono, vive in un mondo totalmente suo dettato da leggi razionali proprie e opposte al mondo reale. Cummings è un gioco di prestigio, uno sberleffo al pubblico, è il cinema che si rinnova sconfinando in territori diversi e spesso inesplorati.
Fotografia – Wesley Anderson
Scenografo – Stanley Fleischer, Walter Tilford
Costumi – Travilla
Effetti speciali – Hans Koenekamp, William McGann
Montaggio – Frank Magee
Musiche – Max Steiner
Prima di William Castle, Robert Florey con Il mistero delle cinque dita (The beast with five fingers) ci racconta con ironia una storia (sceneggiata da Curt Siodmak) dove la suggestione svolge un ruolo principale. Cummins è il folle personaggio che suggestionandosi ci suggestiona, che vede mani dove non ci sono, ascolta musica che gli altri non sentono, vive in un mondo totalmente suo dettato da leggi razionali proprie e opposte al mondo reale. Cummings è un gioco di prestigio, uno sberleffo al pubblico, è il cinema che si rinnova sconfinando in territori diversi e spesso inesplorati.
Fotografia – Wesley Anderson
Scenografo – Stanley Fleischer, Walter Tilford
Costumi – Travilla
Effetti speciali – Hans Koenekamp, William McGann
Montaggio – Frank Magee
Musiche – Max Steiner
2 commenti
THEM!
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Cavolo! Mi ha piacevolmente sorpreso. Vado a controllare!
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