Il ristorante all'angolo di Jackie Kong
Due fratelli un po’ toccati e gestori di un ristorante sempre pieno di clienti, Michael (Rick Burks) e George (Carl Crew), si fanno guidare dal cervello sotto spirito di un loro zio spiritista, morto vent’anni prima, per resuscitare un’antica divinità sumerica chiamata Sheetar. Molti saranno i morti che si lasceranno dietro mentre i due detective Mark (Roger Dauer) e Sheba (LaNette La France) gli daranno la caccia.
Il ristorante all’angolo (Blood diner) è un horror scemo con le prove e forse per questo terribilmente divertente. Due fratelli sciocchi e sadici e uno zio che li tratta ora bene ora a parolacce. Due persone incaricate delle indagini diametralmente opposte, un lui e una lei, lui donnaiolo e vanitoso, lei nera, emancipata, determinata e carina. Una storia violenta raccontata puntando molto sull’esagerazione e non tanto per le numerose morti quanto piuttosto per il modo di mostrarle. Non ci sono solamente litri di sangue, frattaglie varie, teste, arti e altre parti anatomiche, c’è anche una recitazione esagerata. Soprattutto George, che dei due fratelli è il più cretino, si diverte a fare facce buffe alla sue vittime, non ha paura di sfidare un lottatore wrestler, o di mostrare ridendo il suo di dietro mentre si trova con il fratello sul loro furgone. Michael è un po’ più responsabile del fratello, è bravo nell’ipnotizzare le sue vittime. Nel prologo (in cui lui e suo fratello sono bambini e lo zio Edward è ancora vivo ma totalmente pazzo) vediamo addirittura che riesce a fermare un orologio. Nel loro ristorante si ascolta solo musica anni ’50 e si servono solo piatti vegetariani, almeno così vogliono far credere loro mentre noi sappiamo la realtà (ben diversa anche se facile da immaginare). Tra i loro clienti ce n’è uno che non mangia mai ai tavoli ma sempre seduto davanti al bancone, Vitamina C si fa chiamare. Le morti si susseguono velocemente così come i riferimenti ad altri personaggi del genere da Frankenstein, sfiorando i vampiri, delirando sempre di più fino a farci entrare anche gli zombies. La polizia chiaramente arriverà in tempo per salvare l’ultima vittima, la vittima pura, ma nel delirio finale si lascerà sfuggire quel qualcosa che fa pensare ad un sequel che non si è ancora visto.
Voto su imdb 3,4
Regia – Jackie KongIl ristorante all’angolo (Blood diner) è un horror scemo con le prove e forse per questo terribilmente divertente. Due fratelli sciocchi e sadici e uno zio che li tratta ora bene ora a parolacce. Due persone incaricate delle indagini diametralmente opposte, un lui e una lei, lui donnaiolo e vanitoso, lei nera, emancipata, determinata e carina. Una storia violenta raccontata puntando molto sull’esagerazione e non tanto per le numerose morti quanto piuttosto per il modo di mostrarle. Non ci sono solamente litri di sangue, frattaglie varie, teste, arti e altre parti anatomiche, c’è anche una recitazione esagerata. Soprattutto George, che dei due fratelli è il più cretino, si diverte a fare facce buffe alla sue vittime, non ha paura di sfidare un lottatore wrestler, o di mostrare ridendo il suo di dietro mentre si trova con il fratello sul loro furgone. Michael è un po’ più responsabile del fratello, è bravo nell’ipnotizzare le sue vittime. Nel prologo (in cui lui e suo fratello sono bambini e lo zio Edward è ancora vivo ma totalmente pazzo) vediamo addirittura che riesce a fermare un orologio. Nel loro ristorante si ascolta solo musica anni ’50 e si servono solo piatti vegetariani, almeno così vogliono far credere loro mentre noi sappiamo la realtà (ben diversa anche se facile da immaginare). Tra i loro clienti ce n’è uno che non mangia mai ai tavoli ma sempre seduto davanti al bancone, Vitamina C si fa chiamare. Le morti si susseguono velocemente così come i riferimenti ad altri personaggi del genere da Frankenstein, sfiorando i vampiri, delirando sempre di più fino a farci entrare anche gli zombies. La polizia chiaramente arriverà in tempo per salvare l’ultima vittima, la vittima pura, ma nel delirio finale si lascerà sfuggire quel qualcosa che fa pensare ad un sequel che non si è ancora visto.
Voto su imdb 3,4
Prodotto da Jimmy Maslon
Sceneggiatura – Michael Sonye
Musiche – Don Preston
Fotografia Jürg Walther
Effetti speciali – Bruce Zahlava
Altri personaggi e loro interpreti:
Pegg - Effie Bilbrey
Joanne - Laurie Guzda
Cindy - Cynthia Baker
Buzz - John Randall
Connie - Lisa Guggenheim
Stan - Bob Loya
Paul Stanton - Alan Corona
Vitamina C - Michael Barton
Le frasi celebri:
(entrambe dello zio Edward)
-Una dea pervertita ha molti più poteri di un superman
-Non ripetete il mio stesso grande errore: pensavo con il cazzo invece che con il cervello e sono rimasto fregato
12 commenti
Un horror scemo! Ahhahaha, chissà, magari un giorno lo vedrò!
Ale55andra
ecco un altro di quei film segnati nel mio archivio...
Ammetto di provare un po' di nostalgia per lo splatter anni Ottanta...
Ale55andra, un horror demente da vedere solo se si ama il genere
Alice, ne ho altri in serbo!
Ahhh! Che cult mi hai fatto tornare alla mente! Gli anni 80 erano tanto "plastici" quanto folli... Grazie ovviamente per la visitina... Ciao a presto!
Roberto, ma anche se non sembra, io amo il genere!!
Ale55andra
Conte nebbia, a chi lo dici.
Sono cresciuto a splatter anni '80, anche se mi sono formato con i mostri Universal e Hammer (per fortuna).
Jacopo, gli horror '80 erano plastici e folli, parole sante.
Ale55andra, allora fai parte del club! Bene!
Dovrò decidermi a recuperarlo. Mi manca :(
Luciano, e vai! Un horror anni '80 ogni tanto ci vuole!
quanti film che mi fai conoscere, sono pochi i blog su cui posso fare affidamento per questo (de)genere di pellicole!
Anche questa volta ho preso appunti...;)
Li aspetto.
Io non so quando li vedrò, ma intanto segno tutto.
Filippo, troppo buono. Anche tu ne conosci però di pellicole degenerate. Questo è il bello di internet, ci si ritrova prima o poi tra "intenditori". Tra i miei link trovi anche fascination cinema (ha lasciato un commento anche qui come Jacopo) e Scaglie. Anche lì non si scherza in quanto a film particolari.
Alice, abbi fede, aspetta e vedrai strani barboni...
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