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Un minuto a mezzanotte di René Manzor

Siamo alla vigilia di Natale: Thomas è un ragazzino ricchissimo di nove anni che vive con la madre Julie e il nonno in una gigantesca villa. Sveglio e allo stesso tempo credulone come molti suoi coetanei, Thomas è deciso a dimostrare, a lui stesso e al suo amico scettico Pilou, che babbo natale esiste davvero. Da ottimo conoscitore di tutti ciò che ha a che fare con la tecnologia e la meccanica, monitora grazie a una serie di telecamere a circuito chiuso le stanze della casa, con l’intenzione di riprendere babbo natale, sarebbe il primo bambino al mondo a fare una cosa simile, se non addirittura di catturarlo.
Sua madre è la proprietaria di un grande magazzino, lì capita uno strano uomo che si fa assumere come babbo natale ma viene licenziato dopo poco da Julie stessa per aver dato uno schiaffo a una bambina che gli aveva detto –Non mi piace la tua faccia-
È facile immaginare che il babbo natale psicopatico riesce presto ad arrivare a casa di Thomas lasciandosi dietro qualche morto. Thomas, che ha riempito la casa di trabocchetti e stanze segrete, riuscirà ad avere la meglio sull’assassino e a proteggere il nonno mentre sua madre cercherà di raggiungere la casa, avendo intuito che qualcosa non va, aiutata dal suo nuovo uomo, Roland.

Le premesse per un buon film ci sono tutte, dalla storia avvincente, certo, un pazzo vestito da babbo natale non è proprio originale, alla regia di René Manzor (autore anche della sceneggiatura) attenta a seguire da una parte lo stile e la moda dei videoclip dall’altra a creare una suspence vicina a Hitchcock.
I personaggi della storia sono stereotipati: il bambino Thomas, viene presentato, ironicamente, come un fan di Stallone e Schwarzenegger, anche la musica che accompagna la sequenza iniziale durante il suo allenamento e quando si veste da militare ricorda molto la canzone Eyes of tiger. All’inizio il ragazzino si fa odiare, poi, vuoi una cosa vuoi un’altra finiamo per tifare per lui. Il nonno è il classico vecchietto arzillo che non ci vede più, che prende le medicine, ma che vuole bene al nipote. Julie è una manager senza marito, che fine abbia fatto il padre di Thomas non si sa, si intuisce che sia morto. Chi sia il pazzo mascherato che gli dà la caccia non si sa né si saprà. Non ha un nome e possiede una forza impressionante, qualcosa che lo fa avvicinare a Michael Myers. L’attore che lo interpreta ha la faccia giusta da pazzo assassino peccato che la sua recitazione sia troppo stereotipata.

Quella di Un minuto a mezzanotte (titolo originale 3615 code Père Noël) è una storia, nera, di formazione: Thomas aprirà prestissimo gli occhi, e imparerà brutalmente che babbo natale non esiste. Purtroppo le qualità sopra elencate, secondo il parere di chi scrive, sono anche il problema del film che non ha retto il confronto con il tempo. Molti momenti risultano stucchevoli: pensiamo ad esempio all’uso scontato del rallentatore; altri risultano smozzicati da un montaggio inopportuno.
Rimane comunque un raro esempio di film francese che abbia come protagonista uno psicopatico che uccide. La migliore pellicola francese in questo senso è Il tagliagole di Claude Chabrol.

Cast:

Julie – Brigitte Fossey
Papy – Louis Ducreux
Babbo Natale – Patrick Floersheim
Thomas – Alain Musy
Roland – François Eric Gendron
Pilou – Stephane Legros

Musiche – Jean-Félix Lalanne
Fotografia – Michel Gaffier
Montaggio – Christine Pansu

Note:

Vincitore del Fantafestival di Roma 1990 come miglior film, migliore regia, miglior interprete maschile


René Manzor dopo questo film gira per la TV qualche episodio di Highlander e Le avventure del giovane Indiana Jones

Approfondimenti:

Altri film con protagonista un babbo natale assassino:
-And all through the house (episodio dalla serie tv Racconti della cripta o Racconti di mezzanotte) (1989) di Robert Zemeckis
-Racconti dalla tomba (1972) di Freddie Francies
-Silent night deadly night (1984) di Charles E. Sellier Jr.; Silent night deadly night 2 (1987) di Lee Harry; Silent night deadly night 3 (1989) di Monte Hellman; Initation: Silent night deadly night 4 (1990) di Brian Yuzna (proprio lui…); Silent night deadly night 5 (1991) di Martin Kitrosser


News:

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1 commento

Luciano ha detto...

René Manzor è un regista che non ho mai "affrontato" purtroppo. E la tua recensione potrebbe essere l'occasione per vedermi i suoi film (anche perché mi pare che ne abbia girati pochi). Ti ringrazio per avermi ricordato il regista.