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Il mostro del pieneta perduto di Roger Corman

In un era post atomica sette persone trovano riparo presso un rifugio costruito preventivamente da uno di loro, Jim (Paul Birch), un ex militare che partecipò anni prima ad un esperimento nucleare. Gli altri sono Louise (Lori Nelson), sua figlia, Rick (Richard Denning), un geologo, Radek (Paul Dubov nella foto) un uomo che è stato contaminato più degli altri, Tony (Mike Connors) un gradasso che creerà non pochi problemi al gruppo, la sua donna, ex spogliarellista Ruby (Adele Jergens), e il vecchio cercatore d’oro Pete (Raymond Hatton) accompagnato dal fido asino Diablo. La radio non dà segni di vita, le zone che circondano il rifugio sono ancora troppo radioattive per perlustrarle, le provviste di cibo sono poche. Il gruppo quasi si convince di essere l’ultimo rimasto su tutta la Terra. Radek, come se le preoccupazioni non bastassero, se ne va in giro la notte uccidendo animali contaminati per mangiarne la carne cruda; Tony, che si è invaghito di Louise innamorata però di Rick, tenta più volte di prendere il comando con la violenza ma viene sempre fermato dagli altri due maschi del gruppo. Ma c’è un’altra cosa ancora più inquietante: una strana figura antropomorfa (Paul Blaidell responsabile anche della tuta del mostro) si aggira dalle parti del rifugio ed entra in contatto telepatico con Louise.


Quinto film di Roger Corman girato nel 1955 in nove giorni, Il mostro del pianeta perduto (titolo originale Day of the world ended), nonostante molti aspetti che ai nostri occhi di oggi fanno ridere, contiene in sé abbozzati molti dei temi che il regista svilupperà nell’arco della sua carriera.
Innanzitutto c’è il tema della rinascita che arriva dopo la distruzione, poi c’è la violenza dovuta ad emozioni per troppo tempo compresse. Corman, scrive Giuseppe Turroni ne Il Castoro che gli ha dedicato, «ci spinge a vedere e studiare noi stessi, là dove tanti autori d’oggi, che sembrano davvero molto più impegnati, ci invitano ad uscire da noi, ad avere un alibi morale e non a trovare una vera morale» (pag 64). È principalmente Tony l’artefice di molti scompigli all’interno del gruppo: non gli va che qualcuno comandi al posto suo, non gli va che la bella Louise ami Rick, non gli va che Ruby per gelosia gli ronzi sempre intorno, per tutto il tempo brama potere, una pistola, e una rivincita su Rick che lo batte anche sul piano fisico. Tony non si ferma davanti a niente, per sua sfortuna si crede furbo senza esserlo. È il disordine nel disordine. Il mostro del titolo fa molti meno danni e morti. Il nemico che tanto si teme quindi non è il mostro che si aggira fuori dal rifugio, ma l’uomo che hanno accolto caritatevolmente: i ruoli si ribaltano, un altro suo tema ricorrente. Sono le emozioni soppresse e soffocate per troppo tempo di Tony a provocare i suoi scoppi incontrollati di violenza. Un meccanismo emotivo che poi ritroveremo, non più accennato ma ben delineato, ad esempio negli adattamenti di Poe.

Il mostro del pianeta perduto è un film di fantascienza in cui la civiltà umana mostra il suo lato autodistruttivo. Nei suoi film di fantasia la lotta contro queste forze incombenti termina sempre con la vittoria del bene grazie all’intervento/uso di elementi primordiali come l’acqua (come in questo caso) o il fuoco. Nei suoi film realistici a vincere è il male. Ma questo è un altro discorso.
In questo film di fantascienza (che è anche una rilettura del tema della bella e la bestia, vedi foto sopra) dove tutto è perduto e rimane una flebile speranza per ricominciare tutto da capo, si sentono echi di guerra fredda per un nemico che sembra invisibile, non esserci, eppure è lì da qualche parte nascosto.
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Musiche di Ronald Stein. Theremin (non accreditato) di Samuel Hoffman
Soggetto e sceneggiatura: Lou Rusoff
Fotografia di Jockey Arthur Feindel
Montaggio di Ronald Sinclair
Note/curiosità:

Roger Corman compare alla fine del film in una fotografia che Lori Nelson guarda e poi lascia a faccia in giù

8 commenti

FiliÞþØ ha detto...

questo Corman mi manca.
Me lo procuro subito!

Roberto Junior Fusco ha detto...

È un Corman ancora acerbo, ma se ti pace il regista è interessante.
Lo ha trasmesso tempo fa Rai sat cinema world. Su e-mule si trova facilmente.

Luciano ha detto...

Una confidenza. Lo vidi di notte da ragazzo in TV e a letto non riuscii a chiudere occhi dalla paura. Lo so, il film fa sorridere, ma non so perché rimasi colpito forse dagli effetti delle radiazioni. Chissà.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Succede spessissimo che un film che da piccoli ci terrorizzava da adulti ci faccia sorridere. Anche il contrario succede. Un film che ci ha annoiato 15 anni fa adesso ci cattura perché siamo più maturi per capire certe cose. Ogni film in fondo ha bisogno di parecchi fattori (storici, emotivi ecc.) e di molti presupposti per farsi apprezzare. È per questo che bisogna dare sempre una seconda opportunità a un film che non è piaciuto per niente. Magari il film ti farà schifo anche la seconda volta, o forse invece ti renderai conto che non sei stato capace tu ad apprezzarlo la prima volta.

Luciano ha detto...

Mi fa sorridere ma è per me anche un film da vedere specialmente per gli appassionati di Sci-Fi. Un film da non sottovalutare.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Assolutamente da non sottovalutare proprio perché, come dico nel post, presenta abbozzati molti temi che Corman svilupperà in seguito.

chimy ha detto...

Molto interessante, di Corman ho visto tanto ma questo mi manca. Il sapere che ci sono abbozzati temi che svilupperà successivamente mi fa molto piacere: vado al recupero ^^

Roberto Junior Fusco ha detto...

Corman è Corman, Il mostro del pianeta perduto va recuperato per ascoltarne i primi vagiti, è un film quasi essenziale se si ama questo autore.