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L'amore non va in vacanza di Nancy Meyers

Ah l'amore... Eh le donne... Quella fragile che piange sempre (Iris, interpretata da una sempre brava Kate Winslet) e quella che non riesce a esternare i propri sentimenti (Amanda, Cameron Diaz). Le loro storie d'amore finiscono e decidono di prendersi una vacanza per dimenticare tutto (da qui il titolo originale della pellicola The holiday, appunto, la vacanza, da noi storpiato in L'amore non va in vacanza). Grazie a un annuncio internet si scambiano le case per due settimane: Iris vive vicino Londra dove lavora come giornalista, Amanda vive a Los Angeles dove fa la montatrice di trailer cinematografici. È chiaro che la vacanza farà bene alle due donne. Alla prima il destino fa incontrare un uomo simpatico, gentile, sensibile (il compositore Miles, Jack Black) alla seconda capita Graham, il fratello di Iris (Jude Law) un correttore di bozze o qualcosa del genere, un uomo senza dubbio più bello e in più con un passato non vergognoso ma che comunque vuole tenere nascosto ad Amanda. Il primo amore è di tipo più platonico, il secondo decisamente più fisico. Le due nuove coppie sanno che non può funzionare per via della distanza. Eppure ci provano. Perché al cuor non si comanda? Certamente, ma se il messaggio è che l'amore arriva quando meno te lo aspetti (sai che novità...), non c'è un masochismo di fondo (o di base?) nel far innamorare quattro persone così lontane geograficamente? Cerchiamo di dirlo meglio: Nancy Meyers (regista nel 2000 di What women want) conclude la pellicola, che scrive anche, con un (spero) falso happy end, con una situazione talmente paradossale, inverosimile, mielosa, da andare (spero) al di là del facile messaggio l'amore non conosce ostacoli, o e vissero per sempre felici e contenti. La ragione non ha motivo di esistere in questa pellicola, proprio perché l'amore ha preso il sopravvento. Forse è proprio questo che il film vuole ribadire: l'amore, i sentimenti, non sono mai un atto ragionato. Spesso nell’amore ci incartiamo perché è così che deve essere, perché la parte razionale va in black-out. L'amore è quindi il trionfo anche del masochismo. Se non è così vuol dire che questo film fa cagare. O che non l’ho capito. Mi sa che è 70% la prima e 30% la seconda... Il film comunque segna il graditissimo ritorno di uno degli attori viventi più grandi del mondo Eli Wallach (l'indimenticato "Brutto" del film Il buono, il brutto, il cattivo. A proposito chi mi dice il nome per intero del personaggio che interpretava nel film di Leone vince i miei più sentiti complimenti) qui nel ruolo di un vecchio sceneggiatore vicino di casa di Iris.

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