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Nuovomondo di Emanuele Crialese

Siamo in Sicilia all'inizio del '900. Una famiglia, con a capo Salvatore (Vincenzo Amato), vende tutti i suoi averi per partire per L'America. I racconti su di essa sono invitanti: cipolle giganti, fiumi di latte, alberi che hanno monete per frutti e galline enormi. Con questa speranza la famiglia s'imbarca. Durante le procedure d'imbarco Salvatore conosce una ragazza inglese di nome Lucy (Charlotte Gainsbourg) che è stata già rimandata indietro una volta perché non maritata. Mentre continua il lungo viaggio in nave insieme a tantissime altre persone, la ragazza chiede a Salvatore di sposarla per avere il permesso di soggiorno. Una volta giunti in America tutte le persone del viaggio vengono portati ad Ellis Island per essere sottoposti a dei test sull'intelligenza e sulla idoneità fisica. Della famiglia di Salvatore solo Salvatore stesso e uno dei suoi due figli superano i test. L'altro suo figlio è muto e quindi non idoneo, mentre sua madre mostra continui segni d’intolleranza per questi metodi. Nuovomondo di Emanuele Crialese (romano classe '65) è, se vogliamo, un film sui desideri. Sui sogni di una vita migliore. Le speranze del protagonista prendono forma in immagini che ci mostrano lui che nuota nel latte insieme a Lucy e altre visioni simili. Questa voglia di una vita migliore che L'America sembrerebbe offrire ha anche un aspetto autobiografico: Crialese ha studiato regia a New York per fare i suoi film in Italia; inoltre lo stesso attore protagonista Vincenzo Amato (già attore per Crialese in Respiro) è nella vita di tutti i giorni uno scultore che vive a New York.


Insomma Nuovomondo è un film sulla speranza di tutti gli emigrati di poter ritornare in patria da vincitori un giorno. Ma è anche un film che denuncia i metodi dell'America per selezionare gli emigrati che secondo Crialese sono antesignani dell'eugenetica nazista, vedi a tal proposito l'intervista curata da Arianna Finos e Chiara Ugolini. Una piccola curiosità: Crialese è restato un anno in America per studiare le procedure che si applicavano a Ellis Island (che adesso è un museo) per poi però girare le scene lì ambientate nel Hotel degli immigrati di Buenos Aires. Il film ha un ottimo sonoro curato da Pierre-Yves Lavoué; una lentezza quasi esasperante che dilata i tempi dei pochi avvenimenti; una buona fotografia di Agnès Godard; per la maggior parte del tempo parla in dialetto o in inglese. Ha ottimi attori di contorno come Vincent Schiavelli (Qualcuno volò sul nido del cuculo, Buckaroo Banzai, Ghost e Man on the moon) nei panni di un ricco traffichino americano, Ernesto Mahieux (L'imbalsamatore) e Aurora Quattrocchi (Ragazzi fuori) nel ruolo della madre di Salvatore. Eppure il film non mi ha convinto del tutto, sono uscito dalla sala ritenendo il film poco riuscito, poco convincente nei suoi intenti. Il film ha anche momenti divertenti, basti pensare alla scena del test su Salvatore o a quella della fotografia, e questo è un altro dato positivo, ciononostante nel raccontare la speranza dimentica qualcosa: una chiarezza registica. Per questo motivo ho trovato un po' esagerato dargli il premio "Cinema Avvenire" per la regia a Venezia 2006.

1 commento

chimy ha detto...

Ohhhh, finalmente qualcuno a cui non ha convinto del tutto "Nuovomondo"... Pensavo di essere l'unico...

Ciao, a presto