Bubble di Steven Soderbergh
C'è un piccolo film di Steven Soderbergh intitolato Bubble. Anche se lo sviluppo della storia è un po’ prevedibile la pellicola non è da buttare, anzi. Il regista è stato comunque bravo a dirigere attori non professionisti e a girare con pochi mezzi a disposizione. È una pellicola (per modo di dire visto che è girato in HD) che malgrado quella prevedibilità cui accennavo prima, lascia comunque riflettere, se vogliamo, sui meccanismi psicologici che scattano nella mente di una persona repressa in un determinato ambiente (l’America), e in una determinata situazione. Ma è anche un film che non sta dalla parte di nessuno, che mostra tutta la vicenda con occhio distaccato. Questo in breve l’inizio della trama: un ragazzo (Kyle interpretato da Dustin Ashley) e una signora (Martha, Debbie Doebereiner) lavorano presso la stessa fabbrica di bambole, in una piccola città americana. I due sono amici, li vediamo chiacchierare per i fatti loro durante le pause pranzo, vediamo lei dargli un passaggio per andare ad un altro lavoro. Lei vive con suo padre (Omar Cowan), lui con sua madre. Un giorno arriva una nuova collega: una giovane ragazza madre che entra subito in contatto con i due. E poi succede quello che succede. L’ambientazione dicevamo è la piccola provincia dove tutto è sempre uguale: lavoro di giorno, tv o pub la sera, per tutta la vita. La donna poi è costretta a tornare a casa per accudire il padre anziano (un’altra cosa da ripetere ogni giorno) Il ragazzo invece si chiude in camera sua a guardare il soffitto sdraiato sul letto. In questo ambiente si muovono i tre personaggi principali. Alcuni dialoghi (sceneggiatura di Coleman Hough) sono talmente comuni da sfiorare il banale, ma chi di noi non ha mai parlato di cazzate durante le pause pranzo con i colleghi? Altri dialoghi invece sono un ritratto della superficialità che l’ambiente ha sui protagonisti: basti pensare per chi ha visto il film, al dialogo sui tatuaggi. In fin dei conti è un film spietato verso l’America, serbatoio da sempre di contraddizioni che portano, a volte, alla creazione di personalità come quella di Martha.
Curiosità:
-Il direttore della fotografia Peter Andrews e la montatrice Mary Ann Bernard sono due pseudonimi dietro i quali si nasconde il regista Steven Soderbergh.
-Bubble è la prima pellicola ad essere uscita (negli USA) contemporaneamente nelle sale, in DVD, e su internet.
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