Breaking News

Destinazione Terra di Jack Arnold

Come nel film La guerra dei mondi, uscito nello stesso anno, anche qui l'atterraggio ha le sembianze di un asteroide precipitato. Rispetto al film di Byron Haskin i visitatori non sono cattivi, sono capitati dalle nostre parti per errore, per un guasto, e il loro unico desiderio è quello di riparare la loro navicella e di rimettersi in viaggio. Niente meteoriti che cadono a cadenza fissa, niente di pianificato, niente invasione. A causa del loro orrido aspetto sono costretti a prendere le sembianze di alcune persone e tramite loro riescono a trovare (rubandolo) il materiale necessario per la riparazione del loro veicolo.

Chi scopre l'inghippo è John Putnam (Richard Carlson) un astronomo dilettante a cui nessuno crederà, almeno all'inizio neanche la sua fidanzata Ellen (Barbara Rush). Riuscirà alla fine ad abbattere la barriera dello scetticismo di lei come dello sceriffo Warren (Charles Drake), ad entrare in contatto con gli alieni scoprendo il loro vero aspetto e a vederli ripartire verso il cielo giusto poco prima che la folla capitanata dallo spazientito sceriffo iniziasse un'azione armata.

Dalla California della Guerra dei mondi all'Arizona di Destinazione Terra (It came from outer space) non cambia comunque la musica. Gli alieni arrivano sulla Terra o per invaderla o per errore. Che siano cattivi o buoni c'è sempre un lieto fine.
Questo film comunque si distingue dagli altri avvicinandosi a Ultimatum alla Terra perché il messaggio che porta con sé alla fine dice che gli esseri umani non sono ancora pronti per un incontro ravvicinato. Questo perché ci sono troppi pregiudizi nella suo modo di vedere gli altri. A dirlo è Ray Bradbury, non uno qualsiasi. Una importante differenza tra questi due film sta infatti nell'uso delle soggettive dell'alieno. Se nel film di Haskin vediamo il punto di vista degli invasori una sola volta, nel film di Jack Arnold si insiste nel mostrarlo proprio perché l'intento è quello di farci immedesimare con loro, quindi nell'altro, nel diverso. Rimangono comunque inquietanti sia le inquadrature dall'alto che "spiano" le vetture poco prima che vengano assalite dall'entità aliena come la musica che accompagna l'immagine. Uguale è invece la regola che vuole che gli extraterrestri vedano diversamente da noi. O per un fatto di ottica dell'occhio oppure perché c'è anche un casco spaziale, il loro modo di vedere risulta sempre deformato rispetto al nostro punto di vista.
Degli alieni lo sceriffo Warren ha paura perché si nascondono a causa del loro aspetto repellente. La sua reazione naturale di fronte ad una cosa orrenda è di ucciderla, lo fa con un ragno a puro scopo dimostrativo, lo stava per fare anche con gli alieni rifugiatisi nella miniera. Per fortuna degli alieni, ma anche degli umani, arriva tardi. Un po' come accadeva in Ultimatum alla Terra anche qui ci troviamo di fronte a degli esseri intelligenti e pacifici che se provocati non hanno problemi ad usare le loro armi avanzatissime.

La sostituzione dell'originale con una copia impersonale o comunque la manipolazione della personalità in qualcosa di diverso tornerà ne Gli invasori spaziali e ne L'invasione degli ultracorpi. Qui non c'è nessuna iniezione, solo un fumo denso che avvolge la vittima. L'originale non viene distrutto irrimediabilmente ma isolato in un posto come ostaggio.

Il visitatore spaziale viene inquadrato più volte nel suo aspetto non camuffato anche se per pochissimo tempo. Anche questo è monoculare come quello de La guerra dei mondi. Il resto è qualcosa di astratto e di originale difficilmente paragonabile con qualcos'altro che si è già visto e che si rivedrà ne I mostri delle rocce atomiche. Creatore del makeup è Bud Westmore l'artefice, tra l'altro, anche del makeup de Il mostro della laguna nera capolavoro indiscusso di Jack Arnold. Per Destinazione Terra Westmore creò due alieni di tipo diverso, quello scartato fu utilizzato nella pellicola Cittadino dello spazio per raffigurare i mutanti di Metaluna.

Torna in questo film la figura della folla inferocita come nel Frankenstein (1931) di James Whale.


Prodotto da William Alland e girato in 3D, Destinazione Terra rappresenta il primo film fantastico di un regista che in questo genere avrà ancora molto da dire: Jack Arnold. Originale l'ambientazione nel deserto che ritroviamo anche in altri suoi film come Tarantola e La meteora infernale (quest'ultimo in realtà è diretto da John Sherwood, mentre Arnold ne è il soggettista). Da antologia la scena della soggettiva dell'alieno in cui del fumo che avanza alle spalle di Ellen si trasforma in una mano che la tocca. La soggettiva inizia da dentro il casco spaziale ma quando compare il fumo che si trasformerà in un braccio la deformazione dovuta dal casco sparisce perché l'alieno si sta trasformando in George (Russell Johnson). Se prima si avevano solo sospetti (e ci si immedesimava in John) adesso non si hanno più dubbi: gli alieni sono tra di noi! Ed è una soggettiva dell'alieno stesso a farcelo capire una volta per tutte.

Nessun commento