66^ Mostra del Cinema di Venezia - Rassegna stampa su Bad Lieutenant di Werner Herzog
Rassegna stampa su BAD LIEUTENANT. PORT OF CALL: NEW ORLEANS di Werner Herzog
La Repubblica, Doppio Herzog di Maria Pia Fusco
Il cattivo tenente, ultima chiamata New Orleans, esce l' 11 settembre con la 01 e IIF - secondo Herzog «è un noir, un genere che rientra nel clima del tempo che stiamo vivendo, di crisie depressione. Maè un noir particolare, il male e le tinte cupe ci sono, ma c' è anche uno humour nero per cui si ride. Del resto si sta scoprendo che in tutto il mio cinema c' è ironia, anche nei film visti come l' opera di un tedesco pesante e pieno di ossessioni». La prima, ovvia curiosità, anche pensando alle voci secondo cui Abel Ferrara sarebbe seccato di un remake a sua insaputa, riguarda il rapporto tra il film con Harvey Keitel e questo, ma Herzog è perentorio: «Non è un remake, non conosco Ferrara, non ho mai visto Il cattivo tenente. Lo vedrò, spero che Ferrara veda il mio e potremo incontrarci davantia una bottiglia di whisky» [continua qui]
Il Corriere della Sera; Werner piatto, confronti impossibili di Paolo Mereghetti
Chi invece non sembra all'altezza del suo nome è il «cattivo tenente» che Werner Herzog ha portato in concorso al Lido (Bad Lieutenant. Port of Call: New Orleans). Le polemiche sul possibile o impossibile remake del Cattivo tenente di Ferrara si sono dissolte dopo le prime scene: tanto il film con Harvey Keitel era cupo e sgradevole affrontando con la massima radicalità i temi della colpa e del perdono (il protagonista entrava in crisi quando una suora perdonava i propri violentatori), così il film di Herzog è piatto e scolastico, raccontando la vita non certo esemplare di un tenente della polizia di New Orleans (Nicolas Cage, ingessato e stralunato), strafatto di cocaina, che «protegge» una prostituta (Eva Mendes, molto più bella altrove) e che sul lavoro non sembra avere dubbi morali né angosce esistenziali. [continua qui]
Il Corriere della Sera, Eva e Il Cattivo tenente non seducono Venezia di Giovanna Grassi
Subito dopo la prima de «Il cattivo tenente» il pubblico si è diviso. Fan e adepti, abituati a compiere viaggi perigliosi con Herzog, si sono dichiarati entusiasti di un copione noir che mescola toni da tragedia alla commedia e che usa New Orleans anche per dileggiare gli archetipi del cinema noir americani con molte sorprese e colpi di scena. I puristi del suo cinema lo hanno definito «un film 'sporco' perché su commissione hollywoodiana indipendente, ma mercificata». Tutti gli altri si sono divertiti e incupiti perché la vicenda del poliziotto malato, drogato, corrotto, ma con un suo codice d’onore nonché innamorato della prostituta interpretata da Eva Mendes, allegra certa non è. [continua qui]
La Stampa, Applausi per il tenente di Herzog. Cage allo sbando conquista i critici
Un poliziotto cinico per scommessa salva un detenuto che sta per annegare nella sua cella. Riceve una medaglia e diventa tenente. Il suo gesto eroico gli provoca danni permanenti alla schiena, e dolori che può calmare solo con un potente antidolorifico. Il passo verso la droga è quasi naturale.
"Il cattivo tenente:ultima chiamata New Orleans" di Werner Herzog in concorso alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia è un film in chiaroscuro dove il bene e il male sono perennemente divisi da una sottile linea di confine [continua qui]
L'Unità, Herzog è un «Cattivo tenente» oppure Alice nel paese lisergico? di Alberto Crespi
Probabilmente non è vero che Werner Herzog non sa nemmeno chi sia Abel Ferrara, e forse non è nemmeno vero che Abel Ferrara trovi disgustoso il remake del suo Cattivo tenente. I registi dicono un sacco di bugie, per professione. Detto questo, due cose: 1) c’è diritto di remake su qualunque cosa, anche sulla Divina commedia, poi sta al pubblico decidere se vedersi o meno il centesimo Dracula o il millesimo Sherlock Holmes; 2) Werner Herzog aveva già realizzato un remake non male ai tempi di Nosferatu e non c’è da stupirsi che il suo Cattivo tenente sia piuttosto bello. [continua qui]
Il Messaggero, Venezia, Il cattivo tenente: Nicolas Cage poliziotto-delinquente sfida il Padreterno di Fabio Ferzetti
Sulla carta si temeva il peggio. Le manie religiose di Abel Ferrara sono lontane dal materialismo impassibile di Herzog e dal suo gusto per i mondi chiusi e i personaggi ossessivi. Ma il regista di Aguirre furore di Dio ha anche un debole per l’estremo e i peccatori che sfidano il Padreterno. E questo detective della squadra omicidi di New Orleans è una specie di campione mondiale di eccessi e carognerie, con un imprevedibile risvolto morale e una fortuna così sfacciata che altri parlerebbero di grazia scesa dal cielo. [continua qui]
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Il Corriere della Sera; Werner piatto, confronti impossibili di Paolo Mereghetti
Chi invece non sembra all'altezza del suo nome è il «cattivo tenente» che Werner Herzog ha portato in concorso al Lido (Bad Lieutenant. Port of Call: New Orleans). Le polemiche sul possibile o impossibile remake del Cattivo tenente di Ferrara si sono dissolte dopo le prime scene: tanto il film con Harvey Keitel era cupo e sgradevole affrontando con la massima radicalità i temi della colpa e del perdono (il protagonista entrava in crisi quando una suora perdonava i propri violentatori), così il film di Herzog è piatto e scolastico, raccontando la vita non certo esemplare di un tenente della polizia di New Orleans (Nicolas Cage, ingessato e stralunato), strafatto di cocaina, che «protegge» una prostituta (Eva Mendes, molto più bella altrove) e che sul lavoro non sembra avere dubbi morali né angosce esistenziali. [continua qui]
Il Corriere della Sera, Eva e Il Cattivo tenente non seducono Venezia di Giovanna Grassi
Subito dopo la prima de «Il cattivo tenente» il pubblico si è diviso. Fan e adepti, abituati a compiere viaggi perigliosi con Herzog, si sono dichiarati entusiasti di un copione noir che mescola toni da tragedia alla commedia e che usa New Orleans anche per dileggiare gli archetipi del cinema noir americani con molte sorprese e colpi di scena. I puristi del suo cinema lo hanno definito «un film 'sporco' perché su commissione hollywoodiana indipendente, ma mercificata». Tutti gli altri si sono divertiti e incupiti perché la vicenda del poliziotto malato, drogato, corrotto, ma con un suo codice d’onore nonché innamorato della prostituta interpretata da Eva Mendes, allegra certa non è. [continua qui]
La Stampa, Applausi per il tenente di Herzog. Cage allo sbando conquista i critici
Un poliziotto cinico per scommessa salva un detenuto che sta per annegare nella sua cella. Riceve una medaglia e diventa tenente. Il suo gesto eroico gli provoca danni permanenti alla schiena, e dolori che può calmare solo con un potente antidolorifico. Il passo verso la droga è quasi naturale.
"Il cattivo tenente:ultima chiamata New Orleans" di Werner Herzog in concorso alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia è un film in chiaroscuro dove il bene e il male sono perennemente divisi da una sottile linea di confine [continua qui]
L'Unità, Herzog è un «Cattivo tenente» oppure Alice nel paese lisergico? di Alberto Crespi
Probabilmente non è vero che Werner Herzog non sa nemmeno chi sia Abel Ferrara, e forse non è nemmeno vero che Abel Ferrara trovi disgustoso il remake del suo Cattivo tenente. I registi dicono un sacco di bugie, per professione. Detto questo, due cose: 1) c’è diritto di remake su qualunque cosa, anche sulla Divina commedia, poi sta al pubblico decidere se vedersi o meno il centesimo Dracula o il millesimo Sherlock Holmes; 2) Werner Herzog aveva già realizzato un remake non male ai tempi di Nosferatu e non c’è da stupirsi che il suo Cattivo tenente sia piuttosto bello. [continua qui]
Il Messaggero, Venezia, Il cattivo tenente: Nicolas Cage poliziotto-delinquente sfida il Padreterno di Fabio Ferzetti
Sulla carta si temeva il peggio. Le manie religiose di Abel Ferrara sono lontane dal materialismo impassibile di Herzog e dal suo gusto per i mondi chiusi e i personaggi ossessivi. Ma il regista di Aguirre furore di Dio ha anche un debole per l’estremo e i peccatori che sfidano il Padreterno. E questo detective della squadra omicidi di New Orleans è una specie di campione mondiale di eccessi e carognerie, con un imprevedibile risvolto morale e una fortuna così sfacciata che altri parlerebbero di grazia scesa dal cielo. [continua qui]
5 commenti
Non vedo l'ora di vederlo. Herzog è ancora uno sperimentatore, mi aspetto grandi cose.
Giudizi contrastanti, a quanto vedo.
Da parte mia, non me lo perderò di certo! Ma non ho intenzione di fare paragoni con Ferrara, vorrei giudicarlo come un film a sé stante...
Ciao
Stefano, da me per settembre non lo programmano. Vorrei ma non posso.
Christian, eviterei anche io i paragoni.
Ciao belli!
Spero di riuscire a vederlo in sala . Non sopporterei di perdermi un altro film di un grande regista.
Herzog è Herzog. Speriamo di riuscirci. Ciao!
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