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Basket Case di Frank Henenlotter

Basket Case affronta il difficile tema della diversità dei freaks con partecipato e toccante lirismo attraverso la storia di due fratelli, uno normale e l'altro deforme, un tempo siamesi e separati da tre medici (Diana Browne, Lloyd Pace, Bill Freeman) di indubbia fama.
Il menomato Belial, dato per morto in seguito all'intervento, stringe con il fratello Duane (Kevin Van Hentenryck) un'alleanza per uccidere tutti coloro che hanno reso possibile l'operazione chirurgica, a partire da loro padre.
L'odio per il genere umano di Belial, dovuto al ribrezzo che il genere umano prova per lui, è forte quanto la gelosia che prova per Bradley quando questi inizia a frequentare la segretaria (Terry Susan Smith) di uno dei tre dottori.

Belial vorrebbe una donna, come suo fratello. Ma non può, lui è un mostro che si nasconde in un cesto di vimini. Non è un bello spettacolo da vedere, non è facile essere buoni con un corpo così. Le urla di gelosia strazianti, laceranti, del volto deforme di Bedial rimangono nelle orecchie come un eco impazzito che non vuole smettere di propagare l'onda di odio. Non c'è rimedio per la sua condizione, non esiste una cura se non quella di prendersi ciò che gli spetta di diritto, come la tappa obbligata del fare sesso, con la violenza, suscitando scandalo tra la troupe.

Tra le pellicole horror a basso budget degli anni '80 Basket Case è una di quelle che ancora oggi si ricorda maggiormente per il suo impatto emotivo. Divenuto cult in mezzo mondo, è arrivato da noi, in Italia, con il classico ritardo e solo per il mercato dell'home video. A dirigere la pellicola Frank Henenlotter, autore anche dei due sequel e di Brain Damage e Frankenhooker, un altro paio di lavori noti agli appassionati. Dopo quest'ultima pellicola smette di fare cinema e, per conto della Something Weird Video , inizia a rispolverare vecchi exploitation e horror. Nel 2008, con sorpresa di molti, torna alla regia con Bad Biology.

In Basket Case gli effetti speciali sono solitamente ben realizzati fatta eccezione per le rare, per fortuna, e rudimentali animazioni in stop motion di Belial.
A curarli un team di artisti tra i quali spicca John Caglione Jr. Curioso è il fatto che lo stesso Caglione molti anni dopo (9) vincerà un Oscar, insieme a Doug Drexler, per le protesi facciali realizzate in Dick Tracy che hanno reso deformi e irriconoscibili attori come Al Pacino.

Basket Case inserisce il tema della diversità in un clima spesso ironico capace di stemperare la pesante atmosfera quel tanto che basta per farci calmare tra un emozione e un'altra.

Fotografia (16 mm) - Bruce Torbet
Special makeup effects - John Caglione Jr., Kevin Haney, Ugis Nigals
Montaggio - Frank Henenlotter
Musiche - Gus Russo

2 commenti

Anonimo ha detto...

Ottima recensione, rende bene per questo Cult indiscusso dei b movie.ciao

Roberto Junior Fusco ha detto...

Un film certamente interessante.
Ciao.