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Sola... in quella casa di Tibor Takacs

Tutti i film del terrore raccontano, in fin dei conti, di una lacerazione tra il mondo razionale e quello irrazionale. Sin dall’inizio il cinema horror non ha che raccontato questo: nel mondo reale e razionale irrompe, più o meno improvvisamente, l’imponderabile soprannaturale.
Sola…in quella casa (titolo originale I, madman) omaggia classici come il Frankenstein di James Whale o Il fantasma dell’opera di Rupert Julian con Lon Chaney, ma anche pellicole contemporanee come Nightmare: dal profondo della notte di Wes Craven.
La storia ambientata a Los Angeles narra di Virginia (Jenny Wright), una ragazza che lavora presso una libreria di antichità che, appassionata di racconti spaventosi, si imbatte nei due romanzetti (dalle copertine molto pulp) di Malcolm Brand. I romanzi, in un certo senso collegati tra di loro, raccontano le gesta di uno scienziato, il dottor Kessler, creatore di un mostro da laboratorio metà uomo metà sciacallo (animato in stop motion dal grande Randall William Cook) che gli si ribella, nel primo libro, e innamorato senza essere ricambiato, a causa del suo aspetto non proprio piacevole, di una ragazza chiamata Anna, nel secondo. Pazzo d’amore il dottor Kessler pur di sentirsi accettato dalla donna che ama si asporta orecchie, naso, scalpo e bocca e inizia ad uccidere per ricucirsi le parti che si è amputato. Il problema è che gli avvenimenti del romanzo, soprattutto gli omicidi, iniziano ad “invadere” la vita reale, cioè iniziano a morire come nel romanzo amici e conoscenti di Virginia. Kessler si manifesta più volte alla protagonista chiamandola Anna perché a lei assomiglia in maniera impressionante. Virginia si confida con il suo ragazzo, e poliziotto, Richard (Clayton Rohner) il quale non le crede mentre, come da copione, gli omicidi del romanzo continuano nella vita reale. La prima vittima è la sua amica attrice Colette (Michelle Jordan), la seconda un accordatore di pianoforte che lavora di fronte casa sua (Bruce Wagner) e così via.



Se nella prima parte l’atmosfera che si respira è tesa e omaggia molti classici, nella seconda si trasforma quasi in un poliziesco con tanto di sbirri, pattuglie, cadaveri esaminati, indizi, piste buone e piste false.
Senza dubbio il personaggio dello scienziato pazzo maudit ricorda Il gabinetto del dottor Caligari o il citato Frankenstein, ma anche lo sfigurato e coevo Freddy Kueger capace come lui di passare da una dimensione a un’altra. Questa pellicola prova ad introdurre qualcosa di nuovo mettendo sempre più in dubbio se si tratta di una vera lacerazione tra il mondo della ragione e quello della irrazionalità.
Virginia inizia da sola le sue ricerche, visto lo scetticismo di chi le sta vicino, e scopre che il dottor Kessler è l’alter ego di Malcolm Brand, che i suoi due unici romanzi sono autobiografici: è Malcolm Brand il vero alchimista-scienziato con la passione per la poesia e la letteratura ad aver creato l’uomo sciacallo e ad essere follemente innamorato di Anna.
Virginia da par suo è la classica reincarnazione di Anna. È lei a scoprire che Brand è morto in circostanze tragiche quanto misteriose tanto da supporre che non sia realmente morto. L’irrazionale che irrompe nella realtà sembrerebbe quindi scaturire dalla semplice suggestione non da un vero e proprio elemento soprannaturale: quello che uccide nella vita reale, quindi, non è il fantasma di Malcolm Brand ma Malcolm Brand stesso che tutti credevano morto e che in realtà è vivo e vegeto. Così almeno siamo portati a pensare giunti a un certo punto della storia.

Sola…in quella casa riesce in molti punti a creare una tensione di un certo livello perché sfrutta la paura che ha ognuno di noi, chi più chi meno, che nella vita quotidiana, nella sicurezza della nostra casa possa irrompere la violenza che arriva dell’esterno, dall’ignoto.
Quando qualcuno bussa alla nostra porta, anche se aspettiamo qualcuno, chiediamo sempre chi è. Ce lo hanno insegnato i nostri genitori, abbiamo sentito alla televisione di una gang di farabutti che con la scusa di farsi aprire ha rapinato una povera famiglia, o una povera vecchietta. Lo abbiamo visto anche in moltissimi film che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, da Arancia meccanica a L’ultima casa a sinistra.
Malcolm Brand (interpretato da Randall William Cook qui alla sua prima importante prova di attore, in seguito avrà una particina nel King Kong di Peter Jackson) ha una missione: questa missione, questo scopo, gli conferisce una forza sovrumana e delle capacità fuori dal comune. In questo più che Freddy Krueger ricorda Michael Myers. I suoi omicidi e le sue apparizioni, inoltre, a differenza di tanti suoi “colleghi” possono avvenire anche di giorno. Non ha bisogno come Krueger che la vittima si addormenti o che si apparti con il partner come nei più comuni slasher. Questo aumenta ancora di più quel senso di insicurezza che la protezione di un ambiente domestico dovrebbe annullare. Nessun luogo è sicuro, per strada, in casa, di giorno come di notte se Brand ha deciso di uccidere lo farà. Autentico gioiellino di fine anni ’80, anche se qualche scena potrà risultare scontata e prevedibile al pubblico moderno, la pellicola risulta ancora oggi godibile. Peccato che in Italia ancora non esista una versione in DVD.

Girato nell’inverno del 1987 a Los Angeles da Tibor Takacs e terminato nel 1989 Sola…in quella casa vince nel 1990 il Festival di Avoriaz.
Takacs, canadese che si era fatto conoscere grazie a Non aprite quel cancello, ultimamente si è perso un po’ per strada dirigendo nel 1997 Red line con Rutger Hauer e contribuendo alla nascita del telefilm per tutta la famiglia Sabrina: vita da strega.
Effetti stop motion curati dal maestro Randall William Cook (qualche titolo: La cosa, Ghostbusters, 2010 l’anno del contatto, Ammazzavampiri, Poltergeist 2, Non aprite quel cancello 1 e 2, ) vincitore di 3 premi Oscar per gli effetti visivi della trilogia de Il signore degli anelli. Le sue creazioni grazie al loro design originale si riconoscono immediatamente.
Fotografia di Bryan England, montaggio di Marcus Manton, musiche di Michael Hoenig, sceneggiatura di David Chaskin (Nightmare 2).

7 commenti

FiliÞþØ ha detto...

mi hai incuriosito, cerco di procurarmelo al più presto...oltretutto, se non ricordo male, dovrei averlo visto parecchi anni fa...

Luciano ha detto...

Lo visto anni fa in TV. In effetti un buon horror godibilissimo.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Filippo non è male come film. Non è un capolavoro ma ci si avvicina dignitosamente. Un piccolo cult insomma.
Luciano l'ho visto anche io tanti anni fa in tv. Su emule trovi il DVDrip americano con una scena aggiunta (montata nel film) in lingia originale.
Un saluto a tutti e due!

Luciano ha detto...

Ah interessante! La scena aggiunta m'incuriosisce.

Roberto Junior Fusco ha detto...

Luciano, la scena aggiunta, in lingua originale e senza sottotitoli, non è così importante: mostra l'attrice Colette durante le prove di uno spettacolo (in cui interpreta una morta) a cui assistono anche Virginia e il suo amico Lenny.

Anonimo ha detto...

Non è vero che non esiste l'edizione Dvd in Italia guarda qui
http://annunci.corriere.it/annuncio/tempo-libero-sport/films-horror-casa/roma/35849472.htm

Roberto Junior Fusco ha detto...

Forse non c'era nel 2007, quando ho scritto l'articolo. Comunque grazie per la dritta!